08/12/2018, 16.29
VATICANO
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Papa: malati e donne incinta ‘rifiutate’ nella preghiera all’Immacolata

Francesco recatosi a rendere omaggio all’immagine della Madonna, ha ricordato anche i malati, coloro che sono in difficoltà, le famiglie, i sacerdoti, le religiose e coloro che hanno responsabilità nell’amministrazione. La visita alla basilica di Santa Maria Maggiore e alla sede del “Messaggero”.

Roma (AsiaNews) – I malati, coloro che sono in difficoltà, le famiglie, i sacerdoti, le religiose e coloro che hanno responsabilità nell’amministrazione e in particolare quante “portano in grembo la vita” e  sentono intorno “l’indifferenza, il rifiuto, a volte il disprezzo”. Non c’è stata solo Roma nella preghiera che, secondo tradizione, il Papa ha rivolto alla Madonna nel giorno della solennità dell’Immacolata concezione, recandosi a rendere omaggio alla statua di Spagna.

Il pomeriggio di Francesco è cominciato con la visita in Santa Maria Maggiore e la sosta in preghiera davanti all’immagine di Maria “Salus Populi Romani”.

Di lì a piazza di Spagna, atteso da decine di migliaia di persone, alcune giunte fin dal mattino, e le autorità cittadine. La colonna sulla quale è posta la statua circondata di fiori e, come ogni anno dal 1857, i pompieri hanno portato la loro corona sul braccio della statua, a quasi 20 metri di altezza.

“Madre Immacolata, - la preghiera di Francesco - nel giorno della tua festa, tanto cara al popolo cristiano,/ vengo a renderti omaggio nel cuore di Roma. / Nel mio animo porto i fedeli di questa Chiesa / e tutti coloro che vivono in questa città, specialmente i malati / e quanti per diverse situazioni fanno più fatica ad andare avanti. / Prima di tutto vogliamo ringraziarti / per la premura materna con cui accompagni il nostro cammino: / quante volte sentiamo raccontare con le lacrime agli occhi / da chi ha sperimentato la tua intercessione, / le grazie che chiedi per noi al tuo Figlio Gesù! / Penso anche a una grazia ordinaria che fai alla gente che vive a Roma: / quella di affrontare con pazienza i disagi della vita quotidiana. / Ma per questo ti chiediamo la forza di non rassegnarci, anzi, / di fare ogni giorno ciascuno la propria parte per migliorare le cose, / perché la cura di ognuno renda Roma più bella e vivibile per tutti; / perché il dovere ben fatto da ognuno assicuri i diritti di tutti. / E pensando al bene comune di questa città, / ti preghiamo per coloro che rivestono ruoli di maggiore responsabilità: / ottieni per loro saggezza, lungimiranza, spirito di servizio e di collaborazione. / Vergine Santa, / desidero affidarti in modo particolare i sacerdoti di questa Diocesi: / i parroci, i viceparroci, i preti anziani che col cuore di pastori / continuano a lavorare al servizio del popolo di Dio, / i tanti sacerdoti studenti di ogni parte del mondo che collaborano nelle parrocchie. / Per tutti loro ti chiedo la dolce gioia di evangelizzare / e il dono di essere padri, vicini alla gente, misericordiosi. / A te, Donna tutta  consacrata a Dio, affido le donne consacrate nella vita religiosa e in quella secolare, / che grazie a Dio a Roma sono tante, più che in ogni altra città del mondo, / e formano un mosaico stupendo di nazionalità e culture. / Per loro ti chiedo la gioia di essere, come te, spose e madri, / feconde nella preghiera, nella carità, nella compassione. / O Madre di Gesù, / un’ultima cosa ti chiedo, in questo tempo di Avvento, / pensando ai giorni in cui tu e Giuseppe eravate in ansia / per la nascita ormai imminente del vostro bambino, / preoccupati perché c’era il censimento e anche voi dovevate / lasciare il vostro paese, Nazareth, e andare a Betlemme… / Tu sai cosa vuol dire portare in grembo la vita / e sentire intorno l’indifferenza, il rifiuto, a volte il disprezzo. / Per questo ti chiedo di stare vicina alle famiglie che oggi / a Roma, in Italia, nel mondo intero vivono situazioni simili, / perché non siano abbandonate a sé stesse, ma tutelate nei loro diritti, / diritti umani che vengono prima di ogni pur legittima esigenza. / O Maria Immacolata, / aurora di speranza all’orizzonte dell’umanità, / veglia su questa città, / sulle case, sulle scuole, sugli uffici, sui negozi, / sulle fabbriche, sugli ospedali, sulle carceri; / in nessun luogo manchi quello che Roma ha di più prezioso, / e che conserva per il mondo intero, il testamento di Gesù: / “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi” (cfr Gv 13,34). / Amen”.

Al termine della preghiera, Francesco si è lungamente fermato a salutare 150 malati e infine è andato a rendere visita al alla sede del quotidiano romano “Il Messaggero”, che festeggia i suoi 140 anni.

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