03/06/2020, 10.16
VATICANO
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Papa: negli Usa ‘peccato di razzismo’, ma la violenza è autodistruttiva e autolesionista

“Impariamo da Abramo a pregare con fede: ascoltare, camminare, dialogare fino a discutere, non abbiamo paura di discutere con Dio, sembra un’eresia. Tante volte ho sentito dire, mi sono arrabbiato con Dio”. “Ma questa è preghiera”. “ Impariamo a dialogare con Dio come un figlio col papà. Questo ci insegna Abramo”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Papa Francesco parlando all’udienza generale di quanto sta accadendo negli Stati Uniti a causa dell’uccisione di George Floyd ha condannato il “peccato di razzismo” e la violenza. Nel saluto ai fedeli di lingua inglese ha detto: “Cari fratelli e sorelle degli Stati Uniti, seguo con grande preoccupazione i dolorosi disordini sociali che stanno accadendo nella vostra Nazione in questi giorni, a seguito della tragica morte del signor George Floyd. Cari amici, non possiamo tollerare né chiudere gli occhi su qualsiasi tipo di razzismo o di esclusione e pretendere di difendere la sacralità di ogni vita umana. Nello stesso tempo dobbiamo riconoscere che ‘la violenza delle ultime notti è autodistruttiva e autolesionista. Nulla si guadagna con la violenza e tanto si perde’. Oggi mi unisco alla Chiesa di Saint Paul e Minneapolis, e di tutti gli Stati Uniti, nel pregare per il riposo dell’anima di George Floyd e di tutti gli altri che hanno perso la vita a causa del peccato del razzismo. Preghiamo per il conforto delle famiglie e degli amici affranti, e preghiamo per la riconciliazione nazionale e la pace a cui aneliamo. Nostra Signora di Guadalupe, Madre dell’America, interceda per tutti coloro che lavorano per la pace e la giustizia nella vostra terra e nel mondo”.

In precedenza, nel discorso per l’udienza generale, tenuta anche oggi dalla biblioteca privata, Francesco, proseguendo il ciclo di catechesi sulla preghiera, ha incentrato la sua meditazione sul tema: «La preghiera di Abramo’ (Gen 15,1.3-6).

Abramo, ha sottolineato, “si fidò” della “voce di Dio”, lasciò la sua patria, le radici della sua famiglia e andò, senza sapere dove. “Abramo parte. Ascolta la voce di Dio e si fida della sua parola. Questo è importante: si fida della parola di Dio. E con questa sua partenza nasce un nuovo modo di concepire la relazione con Dio; è per questo motivo che il patriarca Abramo è presente nelle grandi tradizioni spirituali ebraica, cristiana e islamica come il perfetto uomo di Dio, capace di sottomettersi a Lui, anche quando la sua volontà si rivela ardua, se non addirittura incomprensibile. Abramo è dunque l’uomo della Parola. Quando Dio parla, l’uomo diventa recettore di quella Parola e la sua vita il luogo in cui essa chiede di incarnarsi. Questa è una grande novità nel cammino religioso dell’uomo: la vita del credente comincia a concepirsi come vocazione, come luogo dove si realizza una promessa; ed egli si muove nel mondo non tanto sotto il peso di un enigma, ma con la forza di quella promessa, che un giorno si realizzerà. Abramo credette nella promessa di Dio, Si fidò e andò senza sapere dove andava”.

“Dio non è più visto solo nei fenomeni cosmici, come un Dio lontano, che può incutere terrore. Il Dio di Abramo diventa il ‘mio Dio’, il Dio della mia storia personale, che guida i miei passi, che non mi abbandona; il Dio dei miei giorni, il compagno delle mie avventure; il Dio Provvidenza”.

Abramo diventa “familiare di Dio, capace anche di discutere con Lui, ma sempre fedele. Fino alla prova suprema, quando Dio gli chiede di sacrificare proprio il figlio Isacco. L’unico, l’erede. Qui Abramo vive la fede come un dramma, come un camminare a tentoni nella notte, sotto un cielo questa volta privo di stelle. Tante volte succede anche a noi di camminare nel buio, ma con la fede. Dio stesso fermerà la mano di Abramo già pronta a colpire, perché ha visto la sua disponibilità veramente totale (cfr Gen 22,1-19). Impariamo da Abramo a pregare con fede: ascoltare, camminare, dialogare fino a discutere, non abbiamo paura di discutere con Dio, sembra un’eresia. Tante volte ho sentito dire, mi sono arrabbiato con Dio”. “Ma questa è preghiera”. “ Impariamo – ha concluso - a dialogare con Dio come un figlio col papà. Questo ci insegna Abramo”.

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