13/05/2007, 00.00
BRASILE - VATICANO
Invia ad un amico

Papa: nella Chiesa c’è “una forza missionaria irresistibile”, non proselitismo

Celebrando la messa per l’apertura della V conferenza dell’episcopato latinoamericano, Benedetto XVI rivendica il ruolo della fede nel continente. Guardare alla Gerusalemme celeste non vuol dire estraniarsi dalla realtà del mondo. La famiglia è il centro della missione della Chiesa.
Aparecida (AsiaNews) - “Animata e mobilitata” dall’amore di Cristo, la Chiesa “sprigiona una forza missionaria irresistibile, che è la forza della santità”, ha la famiglia al centro della sua missione, ed esprime il mistero della bellezza della Gerusalemme celeste. Ma “vederla con gli occhi della fede, contemplarla e desiderarla, non deve costituire motivo di evasione dalla realtà storica in cui la Chiesa vive condividendo le gioie e le speranze, i dolori e le angosce dell’umanità contemporanea, specialmente dei più poveri e sofferenti”.
 
La quinta Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano e dei Caraibi è il motivo principale del viaggio di Benedetto XVI in Brasile e ad essa è dedicata l’intera giornata di oggi, ultimo giorno della visita. Una celebrazione eucaristica stamattina ed un diretto intervento nel pomeriggio permettono al Papa di esprimere il suo pensiero su questo incontro che vede rappresentata, come egli stesso ha ricordato, la maggioranza dei cattolici del mondo. Un incontro, ha ricordato oggi Benedetto XVI, che anche in passato ha sempre visto la partecipazione dei papi: un messaggio di Pio XII nel 1955, per la prima riunione, la presenza di Paolo VI e di Giovanni Paolo II nelle altre.
 
Celebrata nell grande piazzale antistante il santuario mariano dell’Aparecida, sede della conferenza, la messa è stata un momento comunitario, al tempo stesso qualificativo del valore e del significato dela presenza della Chiesa nel continente e occasione del mandato missionario verso l’intero pianeta ad essa indirizzato. Ad ascoltare Benedetto XVI centinaia di migliaia di persone raccolte nella spianata antistante la basilica che lo hanno salutato con entusiasmo, fra applausi, canti religiosi e sventolio di bandiere.
 
In primo luogo, il Papa rivendica il fatto che “è la fede che ha fatto dell’America il ‘Continente della speranza’. Non un’ideologia politica, non un movimento sociale, non un sistema economico; è la fede in Dio Amore, incarnato, morto e risorto in Gesù Cristo, l’autentico fondamento di questa speranza che tanti frutti magnifici ha portato, dall’epoca della prima evangelizzazione fino ad oggi”.
E oggi è una Chiesa che deve essere “discepola e missionaria”, “missionaria solo in quanto discepola, cioè capace di lasciarsi sempre attrarre con rinnovato stupore da Dio, che ci ha amati e ci ama per primo (cfr 1 Gv 4,10). La Chiesa non fa proselitismo. Essa si sviluppa piuttosto per ‘attrazione’: come Cristo ‘attira tutti a sé’ con la forza del suo amore, culminato nel sacrificio della Croce, così la Chiesa compie la sua missione nella misura in cui, associata a Cristo, compie ogni sua opera in conformità spirituale e concreta alla carità del suo Signore”.
 
“Che la Vergine Maria – invoca al termine della messa, prima della recita del Regina Caeli - vi aiuti a mantenere viva la fiamma della fede, dell’amore e della concordia, perché mediante la testimonianza della vostra vita e la fedeltà alla vostra vocazione di battezzati siate luce e speranza dell’umanità”.
E salutando in inglese e francese i gruppi di tali lingue presenti al rito, il Papa torna ad affermare, per la quarta volta nel corso di questo viaggio, che “le famiglie stanno al centro della missione di evangelizzazione della Chiesa, poiché è nel focolare che la nostra vita di fede è in primo luogo manifestata e nutrita. Cari genitori – aggiunge - per i vostri figli voi siete i primi testimoni delle verità e dei valori della fede: pregate con e per i vostri figli; insegnate loro mediante il vostro esempio di fedeltà e di letizia! In verità, ogni discepolo, stimolato dalla parola e rinvigorito dai sacramenti, è chiamato alla missione. Si tratta di un compito al quale nessuno dovrebbe rinunciare, poiché niente è più bello di conoscere Cristo e far sì che anche gli altri lo conoscano!”.
 
Il pensiero, infine, per l’odierno anniversario dell’apparizione di Fatima, spinge Benedetto XVI ad affidarle “quei popoli e nazioni che hanno particolari bisogni, e lo facciamo nella certezza che non lascerà inascoltate le suppliche che, con devozione filiale, le rivolgiamo. Penso in modo particolare a quei fratelli e sorelle che soffrono la fame e, perciò, desidero ricordare la Marcia contro la fame, promossa dal Programma alimentare mondiale, organismo delle Nazioni Unite incaricato dell’aiuto alimentare. Questa iniziativa ricorre oggi in numerose città del mondo”.
 
TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Papa: in Brasile per le sfide del mondo moderno alla Chiesa
08/05/2007
Gmg: Papa ai giovani, "sto arrivando e il mio cuore è già pieno di gioia"
22/07/2013
Papa: cresca nei cristiani la coscienza di essere tutti missionari
05/05/2007
Papa: se non riconosce Dio una società non può fare il bene dell’uomo
13/05/2007
Papa: una Chiesa missionaria per rispondere alle domande essenziali dell'uomo di oggi
28/07/2013


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”