26/04/2009, 00.00
VATICANO
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Papa: nell’Eucaristia la risposta alla crisi e allo smarrimento del nostro tempo

Benedetto XVI ha canonizzato cinque nuovi santi e li ha indicati come esempio che è possibile “porre le basi per costruire una società aperta alla giustizia e alla solidarietà, superando quello squilibrio economico e culturale che continua a sussistere in gran parte del nostro pianeta”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Dal tempo in cui Gesù Risorto era fisicamente presente tra gli apostoli fino ai nostri giorni, segnati da una grave crisi economica e dallo “smarrimento” presente soprattutto nei giovani, i fedeli trovano nell’Eucaristia ispirazione e sostegno. In “una conversione che cambi in radice il cuore, e si traduca in azioni coerenti con il Vangelo” è possibile “porre le basi per costruire una società aperta alla giustizia e alla solidarietà, superando quello squilibrio economico e culturale che continua a sussistere in gran parte del nostro pianeta”.
 
E’ l’insegnamento che Benendetto XVI ha indicato nella vita di cinque beati, quattro italiani e un portoghese, che ha canonizzato nel corso di una messa solenne celebrata sul sagrato della basilica di San Pietro, in una giornata grigia, alle 30mila persone riunitesi per il rito che ha iscritto tra i santi Arcangelo Tadini, (1846-1912), fondatore della congregazione delle Suore operaie della Santa casa di Nazareth; Bernardo Tolomei (1272-1348), abate, fondatore della congregazione di Santa Maria di Monte Oliveto dell’ordine di San Benedetto; Nuno De Santa Maria Álvares Pereira (1360-1431), religioso, dell’ordine dei Carmelitani; Geltrude Comensoli (1847-1903), fondatrice dell’istituto delle Suore Sacramentine; Caterina Volpicelli (1839-1894), fondatrice della congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore.
 
“Le diverse vicende umane e spirituali di questi nuovi Santi – ha sottolineato il Papa - stanno a mostrarci il rinnovamento profondo che nel cuore dell’uomo opera il mistero della risurrezione di Cristo; mistero fondamentale che orienta e guida tutta la storia della salvezza. Giustamente pertanto la Chiesa sempre, ed ancor più in questo tempo pasquale, ci invita a dirigere i nostri sguardi verso Cristo risorto, realmente presente nel Sacramento dell’Eucaristia”.
 
“Lunghe ore trascorreva in preghiera davanti all’Eucaristia sant’Arcangelo Tadini, che, avendo sempre di vista nel suo ministero pastorale la persona umana nella sua totalità, aiutava i suoi parrocchiani a crescere umanamente e spiritualmente”. “Assunse per questo non poche iniziative concrete e coraggiose, come l’organizzazione della "Società operaia cattolica di mutuo soccorso", la costruzione della filanda e del convitto per le operaie e la fondazione, nel 1900, della "Congregazione delle suore operaie della Santa Casa di Nazareth", allo scopo di evangelizzare il mondo del lavoro attraverso la condivisione della fatica, sull’esempio della Santa Famiglia di Nazareth. Quanto profetica fu l’intuizione carismatica di Don Tadini e quanto attuale resta il suo esempio anche oggi, in un’epoca di grave crisi economica! Egli ci ricorda che solo coltivando un costante e profondo rapporto con il Signore, specialmente nel Sacramento dell’Eucaristia, possiamo poi essere in grado di recare il fermento del Vangelo nelle varie attività lavorative e in ogni ambito della nostra società”.
 
“Anche in san Bernardo Tolomei, iniziatore di un singolare movimento monastico benedettino, spicca l’amore per la preghiera e per il lavoro manuale. La sua fu un’esistenza eucaristica, tutta dedita alla contemplazione, che si traduceva in umile servizio del prossimo”. “In occasione della grande peste del 1348, lasciò la solitudine di Monte Oliveto per recarsi nel monastero di S. Benedetto a Porta Tufi, in Siena, ad assistere i suoi monaci colpiti dal male, e morì egli stesso vittima del morbo come autentico martire della carità. Dall’esempio di questo Santo viene a noi l’invito a tradurre la nostra fede in una vita dedicata a Dio nella preghiera e spesa al servizio del prossimo sotto la spinta di una carità pronta anche al sacrificio supremo”.
 
Alvares Pereira è eroe nazionale del Portogallo. Conestabile del regno di Portogallo, nominato generale a soli 23 anni, guida l’esercito nella vittoria nella battaglia di Atoleiros, grazie alla quale il Portogallo conquista la piena indipendenza. Rimasto vedovo e sistemata l'unica figlia vivente, andata in sposa al figlio di re Joao I, nel 1423 entra a Lisbona nel convento da lui fondato per l'Ordine dei Carmelitani. Vuole essere un semplice "donato" e prende il nome di fra Nuno di Santa Maria. Muore il giorno di Pasqua del 1431, lasciando il ricordo di un uomo di preghiera e di penitenza, generoso verso i poveri, devoto della Madonna.
 
“Una particolare attrazione per Gesù presente nell’Eucaristia avvertì sin da bambina santa Gertrude Comensoli”. “Fu infatti davanti all’Eucarestia che santa Gertrude comprese la sua vocazione e missione nella Chiesa: quella di dedicarsi senza riserve all’azione apostolica e missionaria, specialmente a favore della gioventù. Nacque così, in obbedienza a Papa Leone XIII, il suo Istituto che mirava a tradurre la ‘carità contemplata’ nel Cristo eucaristico, in ‘carità vissuta’ nel dedicarsi al prossimo bisognoso. In una società smarrita e spesso ferita, come è la nostra, ad una gioventù, come quella dei nostri tempi, in cerca di valori e di un senso da dare al proprio esistere, santa Gertrude indica come saldo punto di riferimento il Dio che nell’Eucaristia si è fatto nostro compagno di viaggio. Ci ricorda che ‘l’adorazione deve prevalere sopra tutte le opere di carità’ perché è dall’amore per Cristo morto e risorto, realmente presente nel Sacramento eucaristico, che scaturisce quella carità evangelica che ci spinge a considerare fratelli tutti gli uomini”.
 
“Testimone dell’amore divino fu anche santa Caterina Volpicelli, che si sforzò di ‘essere di Cristo, per portare a Cristo’ quanti ebbe ad incontrare nella Napoli di fine Ottocento, in un tempo di crisi spirituale e sociale. Anche per lei il segreto fu l’Eucaristia. Alle sue prime collaboratrici raccomandava di coltivare una intensa vita spirituale nella preghiera e, soprattutto, il contatto vitale con Gesù eucaristico”. “Per essere autentiche educatrici della fede, desiderose di trasmettere alle nuove generazioni i valori della cultura cristiana, è indispensabile, come amava ripetere, liberare Dio dalle prigioni in cui lo hanno confinato gli uomini. Solo infatti nel Cuore di Cristo l’umanità può trovare la sua ‘stabile dimora’. Santa Caterina mostra alle sue figlie spirituali e a tutti noi, il cammino esigente di una conversione che cambi in radice il cuore, e si traduca in azioni coerenti con il Vangelo. E’ possibile così porre le basi per costruire una società aperta alla giustizia e alla solidarietà, superando quello squilibrio economico e culturale che continua a sussistere in gran parte del nostro pianeta”. E, ha aggiunto in francese prima della recita del Regina Caeli, “che l’esempio dei nuovi santi ci dia di non avere paura di andare verso i nostri fratelli e sorelle per trasmettere la Parola di vita nel mondo intero”.
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