30/10/2018, 14.48
VATICANO
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Papa: non si può essere evangelizzatori tristi, scoraggiati

I poveri comprendono meglio la Parola di Dio perché non pongono alcuna barriera, hanno il cuore aperto per riceverla. “La Parola di Dio non si sente solo attraverso l'orecchio, entra attraverso l'orecchio ma si sente con il cuore”. Mons. Angelelli , il "Romero d'Argentina".

Città del Vaticano (AsiaNews) – L’annuncio del Vangelo va fatto con gioia, con “un orecchio per ascoltare la Parola di Dio e un orecchio per ascoltare il popolo. Non c'è evangelizzazione di laboratorio, l'evangelizzazione è sempre ‘corpo a corpo’ con il popolo di Dio e con la parola di Dio”. L’ha detto papa Francesco nel corso dell’incontro con un gruppo di 30 ragazzi della diocesi francese di Viviers, ricevuti nella mattinata di ieri in Vaticano, di ritorno da un pellegrinaggio in Argentina, nella diocesi di La Rioja.

I ragazzi, restati un mese nel Paese sudamericano, hanno ricordato le vicende di due sacerdoti uccisi insieme nel 1976 durante la dittatura militare: padre Gabriel Longueville e padre Carlos Murias, provenienti proprio dalla diocesi di Viviers.

Ai ragazzi, ricevuti ieri mattina, il Papa ha consegnato il testo preparato per l’incontro, nel quale si parla di “Farsi servi e amici del Signore abbracciando i rischi della missione alla quale Lui ci chiama”. Nel testo Francesco ricorda i martiri, testimoni di “Gesù, Lui che per amore ha dato la vita per tutti gli uomini e per ognuno di noi”. Oltre ai religiosi anche il vescovo di La Rioja Enrique Angelelli, prossimo alla beatificazione ,e un laico, Wenceslao Pedernera, tutti assassinati.

Rispondendo ad alcune domande dei giovani, Francesco ha affermato che i poveri comprendono meglio la Parola di Dio perché non pongono alcuna barriera, hanno il cuore aperto per riceverla. “La Parola di Dio – le sue parole - non si sente solo attraverso l'orecchio, entra attraverso l'orecchio ma si sente con il cuore”. Pregare insieme rende la preghiera più forte: sottolinea il Papa che ricorda come a volte sia necessario essere da soli davanti a Dio per incontrarlo. Ma è una solitudine fisica, perché dobbiamo essere consapevoli “che tutta la Chiesa è con me, tutta la comunità è con me”. E’ la certezza che anima lo stesso eremita che sa di essere unito al popolo di Dio.

Il Papa ha poi sostenuto l’importanza di vivere in comunità anche se si ritorna, dopo il pellegrinaggio, alla solita routine. E’ necessario confrontarsi, “ricordare e rinnovare” l’esperienza. I giovani – afferma – vanno accompagnati con cose e sfide concrete. Significa dare valore alla “comprensione reciproca”, alla “cooperazione” e alla “preghiera insieme”. “Un dialogo per essere un gruppo – ribadisce - deve essere un dialogo con la mente, per sapere di cosa state parlando, con il cuore e con le mani”. Per i giovani – dice – è più semplice sporcarsi le mani, impegnarsi.

Parlando poi della evangelizzazione, Francesco ha citato quanto dice la Evangelii Nuntiandi di Paolo VI: l’evangelizzazione va fatta con gioia. Non si può essere “evangelizzatori tristi, scoraggiati, senza illusione, con la faccia da aceto”. Infine un ricordo di padre Gabriel Longueville e del vescovo Angelleli che è detto “il Romero d’Argentina”. Figlio di emigranti italiani, uomo di Dio scomodo per la dittatura argentina per il suo impegno al fianco dei poveri e degli operai. Come il vescovo salvadoregno anche Angelelli venne ucciso, ma ufficialmente morì in un incidente d’auto, il 4 agosto 1976. L’episodio si rivelò una messa in scena, la verità venne accertata dopo 38 anni, quando per l’omicidio di Angelelli furono condannati all’ergastolo due alti ufficiali. Su di lui era in atto da tempo una campagna diffamatoria con tanto di aggressioni.

Prima del vescovo Angelelli, vennero orrendamente ritrovati massacrati e mutilati i corpi di due dei suoi preti più impegnati: il giovane francescano conventuale Carlos Murias e il parroco di Chamical, don Gabriel Longueville, sacerdote francese, insieme collaboravano nella parrocchia Chamical. Padre Carlos era da tempo controllato dai militari per il suo impegno al fianco dei contadini. Venne prelevato il 18 luglio da un gruppo di uomini armati e il suo amico padre Gabriel non lo lasciò solo, poco dopo il ritrovamento dei corpi senza vita.

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