04/10/2016, 12.57
VATICANO – ITALIA
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Papa: onomastico tra i terremotati, “vi sono vicino e prego per voi"

Francesco in visita ad Amatrice. “Andiamo avanti sempre c’è un futuro. Ci sono tanti cari che ci hanno lasciato, che sono caduti qui, sotto le macerie”. Una foto con i vigili del fuoco. "Ogni giorno prego per voi affinché non dobbiate lavorare, perché il vostro lavoro è doloroso”.

 

Città del Vaticano (AsiaNews) - Papa Francesco ha festeggiato il suo onomastico andando a trovare i terremotati dell’Italia centrale. Visita non annunciata per tenerla riservata, come lo stesso Francesco aveva detto domenica parlando con i giornalisti sul volo di ritorno dall’Azerbaijan.

Il Papa è arrivato ad Amatrice, città simbolo del terremoto e centro maggiormente colpito alle 9.10, a bordo di una Golf con i vetri oscurati. Accompagnato dal vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, è andato nel container dipinto di rosso che ospita la scuola provvisoria. I bambini delle elementari lo hanno accolto con il canto dell’amicizia e a lui hanno regalato i disegni dei loro ricordi del terremoto. Poi all’esterno, circondato dalla gente, Francesco ha voluto esprimere vicinanza e incoraggiamento alle persone. "Ho pensato bene – ha detto - nei primi giorni di questi tanti dolori che la mia visita, forse, era più un ingombro che un aiuto, che un saluto, e non volevo dare fastidio e per questo ho lasciato passare un pochettino di tempo affinché si sistemassero alcune cose, come la scuola. Ma dal primo momento ho sentito che dovevo venire da voi! Semplicemente per dire che vi sono vicino, che vi sono vicino, niente di più, e che prego, prego per voi! Vicinanza e preghiera, questa è la mia offerta a voi. Che il Signore benedica tutti voi, che la Madonna vi custodisca in questo momento di tristezza e dolore e di prova".

E dopo la benedizione e la recita di un’Ave Maria, “Andiamo avanti – ha detto ancora - sempre c’è un futuro. Ci sono tanti cari che ci hanno lasciato, che sono caduti qui, sotto le macerie. Preghiamo la Madonna per loro, lo facciamo tutti insieme. Guardare sempre avanti. Avanti, coraggio, e aiutarsi gli uni gli altri. Si cammina meglio insieme, da soli non si va. Avanti! Grazie". Il Papa ha quindi abbracciato e salutato maestre, professori e studenti, il sindaco Sergio Pirozzi, agenti delle forze dell’ordine, vigili del Fuoco. Si è poi avvicinato alla zona rossa, per una preghiera personale. Francesco ha anche voluto fare una foto insieme ai vigili del fuoco.  Voglio una foto con loro - ha detto - perché sono quelli che salvano la gente". Poi, rivolgendosi a loro: "Ogni giorno prego per voi affinché non dobbiate lavorare, perché il vostro lavoro è doloroso. Sono io che devo ringraziarvi".

La visita di Francesco è stata una sopresa anche per il parroco, don Savino D'Amelio. “Non lo sapevamo – ha detto a Radio Vaticana -. Ce ne siamo accorti quando abbiamo visto all'improvviso uno spiegamento di giornalisti, cameramen e fotografi... Appena arrivato è andato subito nella tendopoli ed ha incontrato i bambini: è stato tutto davvero molto bello e significativo”. Poi “il vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili ha presentato al Papa tutti noi sacerdoti e quelli che erano presenti lì vicino a lui. Un gesto molto bello e improvviso, come ci ha abituato il Papa, che ha invitato tutti noi a pregare. La reazione della gente è stata di grande emozione. È significativo che abbia voluto condividere con noi proprio il giorno del suo onomastico, della festa di San Francesco”.

Il desiderio di dare un segno visibile della sua vicinanza e partecipazione al dolore della gente colpita dal sisma, il Papa l’aveva espresso già durante l’Angelus del 28 agosto a quattro giorni dal terremoto, esprimendo la sua “vicinanza spirituale agli abitanti del Lazio, delle Marche e dell'Umbria, duramente colpiti dal terremoto di questi giorni. Penso in particolare alla gente di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto, Norcia. Ancora una volta dico a quelle care popolazioni che la chiesa condivide la loro sofferenza e le loro preoccupazioni. Preghiamo per i defunti e per i superstiti. Cari fratelli e sorelle, appena possibile anch'io spero di venire a trovarvi, per portarvi di persona il conforto della fede, l'abbraccio di padre e fratello e il sostegno della speranza cristiana". E domenica scorsa, nell’incontro con i giornalisti durante il volo di ritorno dall’Azerbaijan l’aveva confermato. “E' mio desiderio. Mi sono state proposte tre date, due non le ricordo, la terza è la prima domenica di Avvento. Appena rientrato sceglierò. Farò una visita privata, da solo, come sacerdote, come vescovo e come Papa. Vorrei essere vicino alla gente”.

Francesco, che in tal modo ha cercato di “depistare” i giornalisti, stamattina dopo la sosta ad Amatrice si è recato nelle zone terremotate nelle Marche.

 

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