23/07/2006, 00.00
VATICANO – LIBANO – ISRAELE – PALESTINA
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Papa: pace per il Medio Oriente, nel rispetto dei diritti di tutti quei popoli

Nella giornata di preghiera per la pace Benedetto XVI ribadisce "il diritto dei Libanesi all'integrità e sovranità del loro Paese, il diritto degli Israeliani a vivere in pace nel loro Stato e il diritto dei Palestinesi ad avere una Patria libera e sovrana" e chiede "l'audacia del dialogo". 

Les Combes (AsiaNews) – Immediato cessate il fuoco in Libano, corridoi umanitari per portare soccorso alla popolazione, aperture di negoziati per "il diritto dei Libanesi all'integrità e sovranità del loro Paese, il diritto degli Israeliani a vivere in pace nel loro Stato e il diritto dei Palestinesi ad avere una Patria libera e sovrana". In questa domenica dedicata alla preghiera e alla penitenza, indetta giovedì scorso dal Papa per "implorare da Dio il dono prezioso della pace", a pace in Medio Oriente, Benedetto XVI ha voluto anche riaffermare i principi intorno ai quali la Santa Sede ritiene possa finalmente avere temine un conflitto che periodicamente torna ad accendersi in Medio Oriente dall'ormai lontano 1948, quando nacque lo Stato di Israele.

"Rinnovo con forza – ha detto oggi - l'appello alle Parti in conflitto, perché cessino subito il fuoco e permettano l'invio di aiuti umanitari, e perché, con il sostegno della comunità internazionale, si cerchino vie per l'inizio di negoziati. Ad ascoltare Benedetto XVI, a forse dicimila fedeli che hanno riempito il prato antistante la villetta di Les Combes, dove da martedì 11 il Papa trascorre un periodo di riposo. Tra loro un coro di lingua tedesca di una piccola enclave linguistica dela Valle d'Aosta e  gli "Angioletti", il  coro di bambini che ha cantato all'apertura delle Olimpiadi invernali di Torino, con le loro magliette rosse, partiti questa mattina alle cinque da Lodi per venire a cantare dal Papa.

Benedetto XVI, dopo aver ricordato di aver indetto la giornata di preghiera "di fronte all'aggravarsi della situazione in Medio Oriente", "elevo a Dio – ha detto - un'accorata preghiera, affinché l'aspirazione alla pace della stragrande maggioranza delle popolazioni possa essere quanto prima realizzata, grazie all'impegno concorde dei responsabili. Rinnovo pure il mio appello a tutte le organizzazioni caritative, perché facciano giungere a quelle popolazioni l'espressione concreta della comune solidarietà".

"Colgo l'occasione – ha aggiunto - per riaffermare il diritto dei Libanesi all'integrità e sovranità del loro Paese, il diritto degli Israeliani a vivere in pace nel loro Stato e il diritto dei Palestinesi ad avere una Patria libera e sovrana. Sono, poi, particolarmente vicino alle inermi popolazioni civili, ingiustamente colpite in un conflitto di cui sono solo vittime: sia a quelle della Galilea costrette a vivere nei rifugi, sia alla grande moltitudine di Libanesi che, ancora una volta, vedono distrutto il loro Paese e hanno dovuto abbandonare tutto e cercare scampo altrove". "Alla potenza dell'amore divino – ha concluso - affido l'intera umanità, mentre invito tutti a pregare perché le amate popolazioni del Medio Oriente siano capaci di abbandonare la via dello scontro armato e di costruire, con l'audacia del dialogo, una pace giusta e duratura. Maria, Regina della pace, preghi per noi!". "Ricordiamo nella nostra preghiera – ha ripetuto, in inglese, dopo l'Angelus – di coloro che sono meno fortunati, in particolar modo di coloro che in questo stanno soffrendo a causa dei tragici conflitti in Medio Oriente".

Nelle parole rivolte ai presenti, il Papa ha anche ricordato che ieri "abbiamo celebrato la memoria liturgica di santa Maria Maddalena, discepola del Signore, che nei Vangeli occupa un posto di primo piano. San Luca la annovera tra le donne che avevano seguito Gesù dopo essere state 'guarite da spiriti cattivi e da infermità", precisando che da lei "erano usciti sette demoni' (Lc 8,2). Maddalena sarà presente sotto la Croce, insieme con la Madre di Gesù e altre donne. Sarà lei a scoprire, al mattino del primo giorno dopo il sabato, il sepolcro vuoto, accanto al quale resterà in pianto finché non le comparirà Gesù risorto (cfr Gv 20,11). La storia di Maria di Màgdala richiama a tutti una verità fondamentale: discepolo di Cristo è chi, nell'esperienza dell'umana debolezza, ha avuto l'umiltà di chiedergli aiuto, è stato da Lui guarito e si è messo a seguirLo da vicino, diventando testimone della potenza del suo amore misericordioso, più forte del peccato e della morte".

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