17/03/2018, 12.40
VATICANO-ITALIA
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Papa: padre Pio, ‘apostolo del confessionale’ che ha insegnato a ‘farsi piccoli’

Francesco ha celebrato la messa a San Giovanni Rotondo. La preghiera, la piccolezza e la sapienza gli elementi fondamentali dell’insegnamento di padre Pio. La visita ai piccoli malati nella Casa sollievo della sofferenza.

San Giovanni Rotondo (AsiaNews) – La preghiera, la piccolezza e la sapienza di vita:  sono l’insegnamento lasciato da pare Pio che papa Francesco ha evocato oggi a San Giovanni Rotondo, il paese delle Puglie, nel sud d’Italia, seconda tappa del suo pellegrinaggio nel centenario dell’apparizione delle stimmate permanenti di San Pio e nel 50mo anniversario della morte di Santo.

Giunto in elicottero da Pietrelcina, il Papa si è recato all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, creato dl Santo, dove ha visitato ai bambini degenti nel reparto di Oncoematologia pediatrica. Un incontro con i piccoli pazienti e i loro genitori, lontano dalle telecamere e durato quasi un’ora.

Il santuario di Santa Maria delle Grazie è stata la seconda tappa della visita. Il Papa vi ha incontrato la comunità dei Cappuccini e ha sostato in preghiera davanti al corpo di San Pio e al Crocifisso delle stimmate.

Alle 30mila persone raccolte sul sagrato della Chiesa di San Pio, dove Francesco ha celebrato la messa, il Papa ha dunque indicato nella preghiera, la piccolezza e la sapienza gli elementi fondamentali dell’insegnamento di padre Pio che ha definito “apostolo del confessionale”. E poi la preghiera, ossia “il contatto personale, a tu per tu, lo stare in silenzio davanti al Signore” per entrare sempre più in comunione con Lui; la piccolezza, perché Dio “predilige i piccoli, si rivela a loro, e la via per incontrarlo è quella di abbassarsi, di rimpicciolirsi dentro, di riconoscersi bisognosi” e la sapienza, che è “incontrarlo, come Dio che salva e perdona”.

La preghiera, innanzi tutto. Con la domanda: “possiamo chiederci: noi cristiani preghiamo abbastanza? Spesso, al momento di pregare, vengono in mente tante scuse, tante cose urgenti da fare... A volte, poi, si mette da parte la preghiera perché presi da un attivismo che diventa inconcludente quando si dimentica «la parte migliore» (Lc 10,42), quando si scorda che senza di Lui non possiamo fare nulla (cfr Gv 15,5). San Pio, a cinquant’anni dalla sua andata in Cielo, ci aiuta, perché in eredità ha voluto lasciarci la preghiera. Raccomandava: «Pregate molto, figli miei, pregate sempre, senza mai stancarvi» (Parole al 2° Convegno internazionale dei gruppi di preghiera, 5 maggio 1966)”.

“Gesù nel Vangelo ci mostra anche come si prega. Prima di tutto dice: «Ti rendo lode, Padre»; non dice ‘ho bisogno di questo e di quello’, ma «ti rendo lode». Non si conosce il Padre senza aprirsi alla lode, senza dedicare tempo a Lui solo, senza adorare. È il contatto personale, a tu per tu, lo stare in silenzio davanti al Signore il segreto per entrare sempre più in comunione con Lui”. “La preghiera può nascere come richiesta, anche di pronto intervento, ma matura nella lode e nell’adorazione. Allora diventa veramente personale, come per Gesù, che poi dialoga liberamente col Padre”. “E allora, nel dialogo libero e fiducioso, la preghiera si carica di tutta la vita e la porta davanti a Dio. E allora ci domandiamo: le nostre preghiere assomigliano a quella di Gesù o si riducono a saltuarie chiamate di emergenza? Oppure le intendiamo come dei tranquillanti da assumere a dosi regolari, per avere un po’ di sollievo dallo stress? No, la preghiera è un gesto di amore, è stare con Dio e portargli la vita del mondo: è un’indispensabile opera di misericordia spirituale. E se noi non affidiamo i fratelli, le situazioni al Signore, chi lo farà? Chi intercederà, chi si preoccuperà di bussare al cuore di Dio per aprire la porta della misericordia all’umanità bisognosa? Per questo Padre Pio ci ha lasciato i gruppi di preghiera”.

“Piccolezza è la seconda parola. Nel Vangelo, Gesù loda il Padre perché ha rivelato i misteri del suo Regno ai piccoli”. “I piccoli sono quelli che hanno bisogno dei grandi, che non sono autosufficienti, che non pensano di bastare a sé stessi. Piccoli sono quelli che hanno il cuore umile e aperto, povero e bisognoso, che avvertono la necessità di pregare, di affidarsi e di lasciarsi accompagnare. Il cuore di questi piccoli è come un’antenna, che capta il segnale di Dio. Perché Dio cerca il contatto con tutti, ma chi si fa grande crea un’enorme interferenza: non arriva la voce di Dio; quando si è pieni di sé, non c’è posto per Dio. Perciò Egli predilige i piccoli, si rivela a loro, e la via per incontrarlo è quella di abbassarsi, di rimpicciolirsi dentro, di riconoscersi bisognosi”. “E ora possiamo chiederci: sappiamo cercare Dio là dove si trova? Qui c’è uno speciale santuario dove è presente, perché vi si trovano tanti piccoli da Lui prediletti. San Pio lo chiamò «tempio di preghiera e di scienza», dove tutti sono chiamati a essere «riserve di amore» per gli altri (Discorso per il 1° anniversario dell’inaugurazione, 5 maggio 1957): è la Casa Sollievo della Sofferenza. Nell’ammalato si trova Gesù, e nella cura amorevole di chi si china sulle ferite del prossimo c’è la via per incontrarlo. Chi si prende cura dei piccoli sta dalla parte di Dio e vince la cultura dello scarto, che, al contrario, predilige i potenti e reputa inutili i poveri. Chi preferisce i piccoli proclama una profezia di vita contro i profeti di morte di ogni tempo. Anche di oggi, scartano la gente, gli anziani, perché non servono”. “Quello che non serve va scartato”.

Infine la terza parola, sapienza. “La vera sapienza non risiede nell’avere grandi doti e la vera forza non sta nella potenza. Non è sapiente chi si mostra forte e non è forte chi risponde al male col male. L’unica arma sapiente e invincibile è la carità animata dalla fede, perché ha il potere di disarmare le forze del male. San Pio ha combattuto il male per tutta la vita e l’ha combattuto sapientemente, come il Signore: con l’umiltà, con l’obbedienza, con la croce, offrendo il dolore per amore. E tutti ne sono ammirati; ma pochi fanno lo stesso. Tanti parlano bene, ma quanti imitano? Molti sono disposti a mettere un ‘mi piace’ sulla pagina dei grandi santi, ma chi fa come loro? Perché la vita cristiana non è un ‘mi piace’, ma un ‘mi dono’. La vita profuma quando è offerta in dono; diventa insipida quando è tenuta per sé”.

La celebrazione della messa è stato l’ultimo appuntamento del breve pellegrinaggio del Papa sulle orme di padre Pio. Al termine della messa, il Papa riparte per Roma.

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