16/04/2020, 08.35
VATICANO
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Papa: preghiamo per i farmacisti, lavorano tanto per aiutare gli ammalati

La gioia è “la pienezza della consolazione, la pienezza della presenza del Signore. Perché, come Paolo dice ai Galati, ‘la gioia è il frutto dello Spirito Santo’, non è la conseguenza di emozioni che scoppiano per una cosa meravigliosa… No è di più. Questa gioia, questa che ci riempie è il frutto dello Spirito Santo. Senza lo Spirito non si può avere questa gioia. Ricevere la gioia dello Spirito è una grazia”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Una preghiera per i farmacisti, che aiutano i malati, ha introdotto la messa celebrata stamattina a Casa Santa Marta da papa Francesco. “In questi giorni – ha detto - mi hanno rimproverato perché ho dimenticato di ringraziare un gruppo di persone che anche lavora … Ho ringraziato i medici, infermieri, i volontari… ‘Ma lei si è dimenticato dei farmacisti’: anche loro lavorano tanto per aiutare gli ammalati ad uscire dalla malattia. Preghiamo anche per loro”.

Nell’omelia, Francesco ha commentato il brano del Vangelo (Lc 24, 35-48) nel quale Gesù risorto appare ai discepoli che gioiscono, sottolineando che essere pieni di gioia è la pienezza della presenza del Signore, è il frutto dello Spirito Santo, è una grazia.

“A Gerusalemme – ha sottolineato - la gente aveva tanti sentimenti: la paura, lo stupore, il dubbio”. “Il Signore è andato dai suoi discepoli. Anche loro sapevano che era già risorto, anche Pietro lo sapeva perché aveva parlato con lui quella mattina. Questi due che erano tornati da Emmaus lo sapevano, ma quando il Signore è apparso si spaventarono. ‘Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma’; la stessa esperienza l’avevano avuta sul lago, quando Gesù è venuto camminando sulle acque. Ma in quel tempo Pietro, facendosi coraggioso, ha scommesso sul Signore, ha detto: ‘Ma se sei tu, fammi camminare sulle acque’”.

“Questo giorno Pietro era zitto, aveva parlato con il Signore, quella mattina, e di quel dialogo nessuno sa cosa si erano detti e per questo era zitto. Ma erano così pieni di paura, sconvolti, credevano di vedere un fantasma. E dice: ‘Ma no, perché siete turbati? Perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mani, i piedi…’, gli fa vedere le piaghe. Quel tesoro di Gesù che lo ha portato in Cielo per farlo vedere al Padre e intercedere per noi. ‘Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa’. E poi viene una frase che a me dà tanta consolazione e per questo, questo passo del Vangelo è uno dei miei preferiti: ‘Ma poiché per la gioia non credevano…’, ancora ed erano pieni di stupore, la gioia gli impediva di credere. Era tanta quella gioia che ‘no, questo non può essere vero. Questa gioia non è reale, è troppa gioia’. E questo gli impediva di credere”.

“La gioia. I momenti di grande gioia. Erano strapieni di gioia ma paralizzati per la gioia. E la gioia è uno degli auguri che Paolo fa ai suoi di Roma: ‘Che il Dio della speranza vi riempia di gioia’ gli dice. Riempire di gioia, essere pieno di gioia. È l’esperienza della consolazione più alta, quando il Signore ci fa capire che questa è un’altra cosa dall’essere allegro, positivo, luminoso… No, è un’altra cosa. Essere gioioso ma pieno di gioia, una gioia traboccante che ci prende davvero. E per questo Paolo gli augura che ‘il Dio della speranza vi riempia di gioia’, ai Romani. E quella parola, quella espressione, riempire di gioia viene ripetuta, tante, tante volte. Per esempio, quando accade nel carcere e Pietro salva la vita al carceriere che stava per suicidarsi perché si erano aperte le porte con il terremoto e poi gli annuncia il Vangelo, lo battezza, e il carceriere, dice la Bibbia, era ‘pieno di gioia’ per aver creduto”.

“Lo stesso accade con il ministro dell’economia di Candàce, quando Filippo lo battezzò, sparì, lui seguì il suo cammino ‘pieno di gioia’. Lo stesso successe nel giorno dell’Ascensione: i discepoli tornarono a Gerusalemme, dice la Bibbia, ‘pieni di gioia’. È la pienezza della consolazione, la pienezza della presenza del Signore. Perché, come Paolo dice ai Galati, ‘la gioia è il frutto dello Spirito Santo’, non è la conseguenza di emozioni che scoppiano per una cosa meravigliosa… No è di più. Questa gioia, questa che ci riempie è il frutto dello Spirito Santo. Senza lo Spirito non si può avere questa gioia. Ricevere la gioia dello Spirito è una grazia”.

“Mi vengono in mente gli ultimi numeri, gli ultimi paragrafi dell’Esortazione Evangelii nuntiandi di Paolo VI, quando parla dei cristiani gioiosi, degli evangelizzatori gioiosi, e non di quelli che vivono sempre giù. Oggi è un giorno bello per leggerlo. Pieni di gioia. È questo che ci dice la Bibbia: ‘Ma poiché per la gioia non credevano …’, era tanta che non credevano”.

“La grande forza che noi abbiamo per trasformare, per predicare il Vangelo, per andare avanti come testimoni di vita è la gioia del Signore che è frutto dello Spirito Santo, e oggi chiediamo a Lui di concederci questo frutto”.

Il Papa ha terminato la celebrazione con l'adorazione e la benedizione eucaristica, invitando a fare la Comunione spirituale.

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