09/07/2006, 00.00
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Papa: promuovere la famiglia serve al bene comune e alla vera libertà dell'uomo

Benedetto XVI conclude a Valencia il V Incontro mondiale delle famiglie. Nata col matrimonio indissolubile tra un uomo e una donna, la famiglia non è solo il luogo di trasmissione della vita e della cultura, ma anche della fede. Prossimo Incontro Mondiale a Città del Messico nel 2009.

Valencia (AsiaNews) – Riconoscere e promuovere "la meravigliosa realtà del matrimonio indissolubile tra un uomo e una donna", origine della famiglia, è "uno dei più importanti servizi che si possono rendere oggi al bene comune e allo sviluppo autentico degli uomini e delle società, così come la migliore garanzia per assicurare la dignità, l'uguaglianza e la vera libertà della persona umana".

Dette alle centinaia di migliaia, un milione per gli organizzatori, di fedeli presenti a Valencia al V incontro mondiale delle famiglie, ma rivolte al mondo intero, queste parole pronunciate stamattina da Benedetto XVI durante la messa conclusiva della manifestazione, hanno evidenziato la distanza che separa la moderna cultura del soggettivismo e quella della Chiesa. Da una parte chi fa dei "desideri soggettivi e mutevoli" dell'individuo il criterio organizzativo della vita sociale, dall'altra il richiamo alla "verità oggettiva previa come sono la dignità di ogni essere umano e i suoi doveri e diritti inalienabili, al cui servizio deve mettersi ogni gruppo sociale".

Una immensa folla festosa, cappelli multicolori e ventagli, sotto il sole della grande spianata che era il letto del deviato fiume Turia, accanto all'avveniristica Città delle arti e delle scienze di Valencia. Il Papa non fa alcun esplicito riferimento alla realtà del Paese che ospita l'incontro mondiale, qui rappresentato dalla famiglia reale, rendendo così ancora più stridente la distanza tra questa realtà e il pregiudizio ideologico che ha spinto il premier Zapatero a voler dare alla propria assenza, annunciandola, quasi il sapore di un sfida.

Presente invece anche una rappresentanza del Patriarcato ortodosso di Mosca, guidata dal capo delle reazioni esterne, il metropolita Kiril.

"Tutti – dice il Papa - abbiamo ricevuto da altri la vita e le verità basilari di essa, e siamo chiamati a raggiungere la perfezione in relazione e comunione amorosa con gli altri. La famiglia, fondata nel matrimonio indissolubile tra un uomo e una donna, esprime questa dimensione relazionale, filiale e comunitaria, ed è l'ambito dove l'uomo può nascere con dignità, crescere e svilupparsi in modo integrale". Quando un bambino nasce, "col dono della vita riceve tutto un patrimonio di esperienza. In riferimento a questo, i genitori hanno il diritto e il dovere inalienabile di trasmetterlo ai figli: educarli alla scoperta della loro identità, introdurli alla vita sociale, all'esercizio responsabile della loro libertà morale e della loro capacità di amare attraverso l'esperienza di essere amati e, soprattutto, nell'incontro con Dio". Perché la fede "non è una mera eredità culturale, bensì un'azione continua della grazia di Dio che chiama, come anche della libertà umana che può aderire oppure non aderire a quella chiamata. Benché nessuno risponda per un altro, tuttavia i genitori cristiani sono chiamati a dare un'attestazione credibile della loro fede e speranza cristiana. Devono fare in modo che la chiamata di Dio e la Buona Novella di Cristo arrivino ai loro figli con la più grande chiarezza e autenticità".

"Nella cultura attuale si esalta molto spesso la libertà dell'individuo inteso come soggetto autonomo, come se egli si facesse da solo e bastasse a sé stesso, al di fuori della sua relazione con gli altri come anche della sua responsabilità nei confronti degli altri. Si cerca di organizzare la vita sociale solo a partire da desideri soggettivi e mutevoli, senza riferimento alcuno ad una verità oggettiva previa come sono la dignità di ogni essere umano e i suoi doveri e diritti inalienabili al cui servizio deve mettersi ogni gruppo sociale. La Chiesa non cessa di ricordare che la vera libertà dell'essere umano proviene dall'essere stato creato ad immagine e somiglianza di Dio. Perciò, l'educazione cristiana è educazione alla libertà e per la libertà".

"La famiglia cristiana –padre, madre e figli - è chiamata, dunque, a perseguire gli obiettivi indicati non come qualcosa imposta dall'esterno, bensì come un dono della grazia del sacramento del matrimonio infusa negli sposi. Se questi rimangono aperti allo Spirito e chiedono il suo aiuto, egli non cesserà di comunicare loro l'amore di Dio Padre manifestato e incarnato in Cristo. La presenza dello Spirito aiuterà i coniugi a non perdere di vista la fonte e la dimensione del loro amore e della loro reciproca donazione, come anche a collaborare con lui per riverberarlo e incarnarlo in tutte le dimensioni della loro vita. Lo Spirito susciterà al tempo stesso in loro l'anelito dell'incontro definitivo con Cristo nella casa di suo Padre e nostro Padre. Questo – ha detto concludendo l'omelia - è il messaggio di speranza che da Valencia voglio lanciare a tutte le famiglie del mondo".

Al termine della messa e dopo la recita dell'Angelus, Benedetto XVI, che oggi stesso rientra a Roma, ha dato appuntamento al prossimo incontro mondiale delle famiglie, che avrà luogo nel 2009 a Città del Messico.

 

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