23/04/2016, 20.56
VATICANO
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Papa: ragazzi, se nella vita non c’è Gesù “è come se non ci fosse campo! Non si riesce a parlare”

In un videomessaggio per i ragazzi che partecipano al loro Giubileo, Francesco raccomanda la capacità di perdonate e di compiere opere di misericordia. Anche giovani come voi “hanno fame, sete; che sono profughi o forestieri o ammalati e richiedono il nostro aiuto, la nostra amicizia”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Se nella vita non c’è Gesù “è come se non ci fosse campo! Non si riesce a parlare e ci si rinchiude in se stessi”. E’ la serata del primo giorno del Giubileo dei ragazzi che in almeno 60mila da stamattina hanno invaso Roma e che stasera sono riuniti allo Stadio olimpico per una serata di canti, balli e testimonianze. Una esta alla quale è intervenuto con un videomessaggio anche il Papa che oggi, a fine mattinata, era sceso in piazza san Pietro per unirsi ai 150 sacerdoti che hanno confessato i giovani. Francesco ha ascoltato le confessioni (nella foto) di 16 fra ragazze e ragazzi, fra le 11.30 e 12.45.

Nel videomessaggio il Papa, che dà appuntamento alla messa che celebrerà domani mattina, sottolinea in particolare la necessità di essere capaci di perdonare e di compiere opere di misericordia. “Siete raccolti – le sue parole - per un momento di festa e di gioia. Non sono riuscito a venire e mi dispiace. E ho deciso di salutarvi con questo video. Mi sarebbe piaciuto tanto poter venire allo Stadio, ma non sono riuscito a farlo… Vi ringrazio per aver accolto l’invito a venire a celebrare il Giubileo qui, a Roma. Questa mattina avete trasformato la piazza San Pietro in un grande confessionale e poi avete attraversato la Porta Santa. Non dimenticate che la Porta indica l’incontro con Cristo, che ci introduce all’amore del Padre e ci chiede di diventare misericordiosi, come Lui è misericordioso. Domani, poi, celebreremo insieme la Messa. Era giusto che ci fosse anche uno spazio per stare insieme con gioia e ascoltare alcune testimonianze importanti, che vi possono aiutare a crescere nella fede e nella vita”.

“So che avete una bandana con scritte le Opere di misericordia corporale: mettete in testa queste opere, perché sono lo stile di vita cristiana. Come sapete le Opere di misericordia sono gesti semplici, che appartengono alla vita di tutti i giorni, permettendo di riconoscere il Volto di Gesù nel volto di tante persone. Anche giovani! Anche giovani come voi, che hanno fame, sete; che sono profughi o forestieri o ammalati e richiedono il nostro aiuto, la nostra amicizia. Essere misericordiosi vuol dire anche essere capaci di perdono. E questo non è facile, eh? Può succedere che, a volte, in famiglia, a scuola, in parrocchia, in palestra o nei luoghi di divertimento qualcuno ci possa fare dei torti e ci sentiamo offesi; oppure in qualche momento di nervosismo possiamo essere noi ad offendere gli altri. Non rimaniamo con il rancore o il desiderio di vendetta! Non serve a nulla: è un tarlo che ci mangia l’anima e non ci permette di essere felici. Perdoniamo! Perdoniamo e dimentichiamo il torto ricevuto, così possiamo comprendere l’insegnamento di Gesù ed essere suoi discepoli e testimoni di misericordia”.

“Ragazzi, quante volte mi capita di dover telefonare a degli amici, però succede che non riesco a mettermi in contatto perché non c’è campo. Sono certo che capita anche a voi, che il cellulare in alcuni posti non prenda... Bene, ricordate che se nella vostra vita non c’è Gesù è come se non ci fosse campo! Non si riesce a parlare e ci si rinchiude in se stessi. Mettiamoci sempre dove si prende! La famiglia, la parrocchia, la scuola, perché in questo mondo avremo sempre qualcosa da dire di buono e di vero. Adesso vi saluto tutti, vi auguro di vivere con gioia questo momento e vi aspetto tutti domani in Piazza San Pietro. Ciao!”.

 

 

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