27/04/2020, 08.37
VATICANO
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Papa: ricordiamo sempre il nostro primo incontro con Gesù

“Preghiamo oggi per gli artisti, che hanno questa capacità di creatività molto grande e per la strada della bellezza ci indicano la strada da seguire. Che il Signore ci dia a tutti la grazia della creatività in questo momento”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Preghiamo perché gli artisti con la loro creatività ci mostrino la strada. E’ l’invito alla preghiera col quale papa Francesco ha introdotto la messa celebrata stamattina a Casa Santa Marta. “Preghiamo oggi – ha detto - per gli artisti, che hanno questa capacità di creatività molto grande e per la strada della bellezza ci indicano la strada da seguire. Che il Signore ci dia a tutti la grazia della creatività in questo momento”.

Nell’omelia, commentando il brano del Vangelo (Gv 6, 22-29) nel quale Gesù esorta la folla saziata con la moltiplicazione dei pani e dei pesci a darsi da fare per il cibo per la vita eterna, ha esortato a tornare sempre al nostro primo incontro con Gesù.

“La gente – ha detto Francesco - che aveva ascoltato Gesù durante tutta la giornata, e poi ha avuto questa grazia della moltiplicazione dei pani e ha visto il potere di Gesù, voleva farlo re”. Ma Gesù si allontanò e andò a pregare e quando la gente lo ha rivisto “la prima parola che gli dicono (è): ‘Rabbì, quando sei venuto qua?’, come dicendo: ‘Non capiamo, questo sembra una cosa strana’. E Gesù li fa tornare al primo sentimento, a quello che avevano loro prima della moltiplicazione dei pani, quando ascoltavano la parola di Dio: ‘In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni - come all’inizio, i segni della parola, che li entusiasmavano, i segni della guarigione - non perché avete visto dei segni ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati’. Gesù svela la loro intenzione e dice: ‘Ma è così, avete cambiato atteggiamento’”.

“Questo – ha proseguito - è un caso nel quale Gesù corregge l’atteggiamento delle persone, della folla, perché a metà cammino si era un po’ allontanato dal primo momento, dalla prima consolazione spirituale e aveva preso una strada che non era giusta, una strada più mondana che evangelica”.

“Questo – ha aggiunto - ci fa pensare tante volte che noi nella vita incominciamo una strada alla sequela di Gesù, dietro Gesù, con i valori del Vangelo, e a metà strada ci viene un’altra idea, vediamo qualche segnale e ci allontaniamo e ci conformiamo con una cosa più temporale, più materiale, più mondana, può darsi, e perdiamo la memoria di quel primo entusiasmo che abbiamo avuto quando sentivamo parlare Gesù. Il Signore fa tornare sempre al primo incontro, al primo momento nel quale Lui ci ha guardato, ci ha parlato e ha fatto nascere dentro di noi la voglia di seguirlo. Questa è una grazia da chiedere al Signore, perché noi nella vita sempre avremo questa tentazione di allontanarci perché vediamo un’altra cosa: ‘Ma quello andrà bene, ma quell’idea è buona...’. Ci allontaniamo. La grazia di tornare sempre alla prima chiamata, al primo momento: non dimenticare, non dimenticare la mia storia, quando Gesù mi ha guardato con amore e mi ha detto: ‘Questa è la tua strada’; quando Gesù tramite tanta gente mi ha fatto capire qual era la strada del Vangelo e non altre strade un po’ mondane, con altri valori. Tornare al primo incontro”.

“A me sempre ha colpito che tra le cose che dice Gesù nella mattina della Risurrezione: ‘Andate dai miei discepoli e ditegli che vadano in Galilea, lì mi troveranno’, Galilea era il posto del primo incontro. Lì avevano incontrato Gesù. Ognuno di noi ha la propria ‘Galilea’ dentro, il proprio momento nel quale Gesù si è avvicinato e ci ha detto: ‘Seguimi’. Nella vita succede questo che è successo a questa gente - buona, perché poi gli dice: ‘Ma cosa dobbiamo fare?’, subito hanno obbedito - succede che ci allontaniamo e cerchiamo altri valori, altre ermeneutiche, altre cose, e perdiamo la freschezza della prima chiamata. L’autore della lettera agli Ebrei ci rimanda anche a questo: ‘Ricordatevi i primi giorni’. La memoria, la memoria del primo incontro, la memoria della ‘mia Galilea’, quando il Signore mi guardò con amore e mi ha detto: ‘Seguimi’”.

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