22/04/2020, 10.14
VATICANO
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Papa: ritrovare il senso del sacro rispetto per la terra, casa anche di Dio

Nella 50ma Giornata mondiale della Terra, Francesco esorta la comunità internazionale a curare la casa comune e i  più deboli. “Sarà ancora necessario che i nostri figli scendano in strada per insegnarci ciò che è ovvio, vale a dire che non c’è futuro per noi se distruggiamo l’ambiente che ci sostiene”. “Come la tragica pandemia di coronavirus ci sta dimostrando, soltanto insieme e facendoci carico dei più fragili possiamo vincere le sfide globali”.

Città del Vaticano (AsiaNews) –  La comunità internazionale ritrovi il senso del sacro rispetto per la terra, la nostra casa comune, e per tutti i membri della famiglia umana, specialmente i più deboli. Nella 50ma Giornata mondiale della Terra, papa Francesco ha dedicato l’udienza generale di oggi a raccomandare amore e rispetto per la terra, sottolineando l’importanza degli “importantissimi” incontri COP15 sulla Biodiversità a Kunming (Cina) e COP26 sui Cambiamenti climatici a Glasgow (Regno Unito).

La 50ma Giornata mondiale della Terra, ha detto Francesco, “è un’opportunità per rinnovare il nostro impegno ad amare la nostra casa comune e prenderci cura di essa e dei membri più deboli della nostra famiglia. Come la tragica pandemia di coronavirus ci sta dimostrando, soltanto insieme e facendoci carico dei più fragili possiamo vincere le sfide globali. La Lettera Enciclica Laudato si’ ha proprio questo sottotitolo: ‘sulla cura della casa comune’”.

“Siamo fatti di materia terrestre”, ma “portiamo in noi anche il soffio vitale che viene da Dio (cfr Gen 2,4-7). Viviamo quindi nella casa comune come un’unica famiglia umana e nella biodiversità con le altre creature di Dio. Come imago Dei, immagine di Dio, siamo chiamati ad avere cura e rispetto per tutte le creature e a nutrire amore e compassione per i nostri fratelli e sorelle, specialmente i più deboli, a imitazione dell’amore di Dio per noi, manifestato nel suo Figlio Gesù. Si è fatto uomo per condividere con noi questa situazione, e salvarci”.

“A causa dell’egoismo siamo venuti meno alla nostra responsabilità di custodi e amministratori della terra”. “L’abbiamo inquinata e depredata, mettendo in pericolo la nostra stessa vita. Per questo, si sono formati vari movimenti internazionali e locali per risvegliare le coscienze. Apprezzo sinceramente queste iniziative, e sarà ancora necessario che i nostri figli scendano in strada per insegnarci ciò che è ovvio, vale a dire che non c’è futuro per noi se distruggiamo l’ambiente che ci sostiene. Abbiamo mancato nel custodire la terra, nostra casa-giardino, e nel custodire i nostri fratelli. Abbiamo peccato contro la terra, contro il nostro prossimo e, in definitiva, contro il Creatore, il Padre buono che provvede a ciascuno e vuole che viviamo insieme in comunione e prosperità. Come reagisce la terra, c’è un detto spagnolo: Dio perdona sempre, l’uomo qualche volta, la Terra mai”.

“Come possiamo ripristinare un rapporto armonioso con la terra e il resto dell’umanità? Abbiamo bisogno di un modo nuovo di guardare la nostra casa comune. Intendiamoci: essa non è un deposito di risorse da sfruttare. Per noi credenti il mondo naturale è il ‘Vangelo della Creazione’, che esprime la potenza creatrice di Dio nel plasmare la vita umana e nel far esistere il mondo insieme a quanto contiene per sostenere l’umanità. Il racconto biblico della creazione si conclude così: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1,31)”. Quando vediamo queste tragedie naturali, sono le risposte della terra”.

“Nel celebrare oggi la Giornata mondiale della Terra, siamo chiamati a ritrovare il senso del sacro rispetto per la terra, perché essa non è soltanto casa nostra, ma anche casa di Dio. Da ciò scaturisce in noi la consapevolezza di stare su una terra sacra!”.

“Cari fratelli e sorelle, «risvegliamo il senso estetico e contemplativo che Dio ha posto in noi» (Esort. ap. postsin. Querida Amazonia, 56). La profezia della contemplazione è qualcosa che apprendiamo soprattutto dai popoli originari, i quali ci insegnano che non possiamo curare la terra se non l’amiamo e non la rispettiamo. Loro hanno quella saggezza del buon vivere, non nel senso di passarla bene, ma di armonia con la Terra. Nello stesso tempo, abbiamo bisogno di una conversione ecologica che si esprima in azioni concrete. Come famiglia unica e interdipendente, necessitiamo di un piano condiviso per scongiurare le minacce contro la nostra casa comune. «L’interdipendenza ci obbliga a pensare a un solo mondo, ad un progetto comune» (LS, 164)”.

“Siamo consapevoli dell’importanza di collaborare come comunità internazionale per la protezione della nostra casa comune. Esorto quanti hanno autorità a guidare il processo che condurrà a due importanti Conferenze internazionali: la COP15 sulla Biodiversità a Kunming (Cina) e la COP26 sui Cambiamenti climatici a Glasgow (Regno Unito). Questi due incontri sono importantissimi. Vorrei incoraggiare a organizzare interventi concertati anche a livello nazionale e locale. È bene convergere insieme da ogni condizione sociale e dare vita anche a un movimento popolare ‘dal basso’. La stessa Giornata mondiale della Terra, che celebriamo oggi, è nata proprio così. Ciascuno di noi può dare il proprio piccolo contributo: «Non bisogna pensare che questi sforzi non cambieranno il mondo. Tali azioni diffondono un bene nella società che sempre produce frutti al di là di quanto si possa constatare, perché provocano in seno a questa terra un bene che tende sempre a diffondersi, a volte invisibilmente» (LS, 212)”.

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