19/03/2014, 00.00
VATICANO
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Papa: san Giuseppe, modello di chi ha un compito educativo nella Chiesa e nella società

"Ha saputo attraversare il buio del dubbio, l'esperienza dell'esilio e della fuga da casa, senza perdere mai la fiducia in Dio e nel Suo amore". Gli auguri a "tutti i papà". "Chiedo per voi la grazia di essere sempre molto vicini ai vostri figli, lasciandoli crescere, ma vicini".

Città del Vaticano (AsiaNews) - San Giuseppe, del quale oggi si celebra la "festa solenne", è "il modello" per tutti coloro che hanno un compito educativo nella società e nella Chiesa. Alla figura del patrono della Chiesa universale papa Francesco ha dedicato la catechesi per l'udienza generale di oggi, svoltasi a un anno dalla messa con la quale iniziò il suo pontificato. E come aveva detto in quella occasione, oggi ha ripetuto che "l'essere custode è la caratteristica di Giuseppe: è la sua grande missione, essere custode". "San Giuseppe - ha aggiunto salutando i fedeli di lingua araba - è il modello di ogni educatore e di ogni fedele, perché ha saputo attraversare il buio del dubbio, l'esperienza dell'esilio e della fuga da casa, senza perdere mai la fiducia in Dio e nel Suo amore. Imparate da lui che solo la fiducia in Dio può trasformare il dubbio in certezza, il male in bene, il buio totale della notte in alba radiosa".

Alle 80mila persone presenti in piazza san Pietro, il Papa ha dunque parlato di san Giuseppe la cui "grande missione" è "essere custode". Missione che, nelle parole di Francesco è di tutti i padri, ai quali egli ha rivolto gli auguri nel giorno della loro festa, invitando a pregare "per i papà vivi e per quelli defunti, per i nostri papà".

"Guardiamo a Giuseppe - aveva detto nella catechesi - come il modello dell'educatore, che custodisce e accompagna Gesù nel suo cammino di crescita «in sapienza, età e grazia», come dice il Vangelo di Luca". "Lui non era il padre di Gesù, il padre era Dio, ma lui faceva il padre per farlo crescere, per farlo crescere in età, sapienza e grazia".

"Partiamo dall'età, che è la dimensione più naturale, la crescita fisica e psicologica. Giuseppe, insieme con Maria, si è preso cura di Gesù anzitutto da questo punto di vista, cioè lo ha 'allevato', preoccupandosi che non gli mancasse il necessario per un sano sviluppo. Non dimentichiamo che la custodia premurosa della vita del Bambino ha comportato anche la fuga in Egitto, la dura esperienza di vivere come rifugiati, per scampare alla minaccia di Erode. Poi, una volta tornati in patria e stabilitisi a Nazareth, c'è tutto il lungo periodo della vita nascosta di Gesù in seno alla santa Famiglia. In quegli anni Giuseppe insegnò a Gesù anche il suo lavoro, Gesù ha imparato a fare il falegname".

"Passiamo alla seconda dimensione dell'educazione di Gesù, quella della «sapienza». Dice la Scrittura che il principio della sapienza è il timore del Signore. Giuseppe è stato per Gesù esempio e maestro di questa sapienza, che si nutre della Parola di Dio. Possiamo pensare a come Giuseppe ha educato il piccolo Gesù ad ascoltare le Sacre Scritture, soprattutto accompagnandolo di sabato nella sinagoga di Nazareth. E Giuseppe lo accompagnava perché Gesù ascoltasse la parola di Dio nella sinagoga".

"E infine, la dimensione della «grazia». Dice sempre san Luca riferendosi a Gesù: «La grazia di Dio era su di lui». Qui certamente la parte riservata a san Giuseppe è più limitata rispetto agli ambiti dell'età e della sapienza. Ma sarebbe un grave errore pensare che un padre e una madre non possono fare nulla per educare i figli a crescere nella grazia di Dio".

"La missione di San Giuseppe è certamente unica e irripetibile, perché assolutamente unico è Gesù. E tuttavia, nel suo custodire Gesù, educandolo a crescere in età, sapienza e grazia, egli è modello per ogni educatore, in particolare per ogni padre. San Giuseppe è il modello dell'educatore e del papà, del padre. Affido dunque alla sua protezione tutti i genitori, i sacerdoti - che sono padri! - e coloro che hanno un compito educativo nella Chiesa e nella società".

"In modo speciale, vorrei salutare oggi, giorno del papà, tutti i genitori, tutti i papà: vi saluto di cuore! Vediamo: ci sono alcuni papà in piazza? Alzate la mano, i papà! Ma, quanti papà! Auguri, auguri nel vostro giorno!. Chiedo per voi la grazia di essere sempre molto vicini ai vostri figli, lasciandoli crescere, ma vicini. Vicini, eh? Loro hanno bisogno di voi, della vostra presenza, della vostra vicinanza, del vostro amore. Siate per loro come San Giuseppe: custodi della loro crescita in età, sapienza e grazia. Custodi del loro cammino. Educatori! E camminate con loro. E da questa vicinanza, siate veri educatori. Grazie per tutto quello che fate per i vostri figli: grazie. A voi tanti auguri e buona festa del papà a tutti i papà che sono qui, a tutti i papà. Che San Giuseppe vi benedica e vi accompagni. E anche, alcuni di noi hanno perso il papà, se n'è andato, il Signore lo ha chiamato: tanti che sono in piazza non hanno il papà adesso. Possiamo pregare per tutti i papà del mondo, per i papà vivi e anche per quelli defunti e per i nostri, e possiamo farlo insieme, ognuno ricordando il suo papà, se è vivo e se è morto. E preghiamo il grande Papà di tutti noi, il Padre, un Padre Nostro per i nostri papà".

 

 

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