14/12/2016, 10.34
VATICANO
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Papa: si avvicina il Natale, giorno nel quale Dio adempie alla sua promessa e viene tra noi

“In un bimbo appena nato, bisognoso di tutto, avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia, è racchiusa tutta la potenza del Dio che salva. Bisogna aprire il cuore, Natale è un giorno per aprire il cuore, a tanta piccolezza e a tanta meraviglia”.

 

Città del Vaticano (AsiaNews) – L’avvicinarsi del Natale, il giorno nel quale Dio adempie alla sua promessa, viene tra gli uomini, “abbandona la sua grandezza per farsi vicino a ognuno di noi” è stato al centro della catechesi del Papa per l’udienza generale di oggi. “Il male non trionferà per sempre” perché “Dio è più forte” è il messaggio che viene dal Natale, ricordato da Francesco alle seimila persone presenti nell’aula Paolo VI.

Aprirsi alla speranza, ha detto il Papa, è l’esortazione che viene da Isaia che nel capitolo 52 si rivolge a  Gerusalemme “perché si svegli, si scuota di dosso polvere e catene e indossi le vesti più belle, perché il Signore è venuto a liberare il suo popolo (vv. 1-3). E aggiunge: «Il mio popolo conoscerà il mio nome, comprenderà in quel giorno che io dicevo: Eccomi!» (v. 6). A questo ‘eccomi’ detto da Dio, che riassume tutta la sua volontà di salvezza di avvicinarsi a noi, risponde il canto di gioia di Gerusalemme, secondo l’invito del profeta”.

“Dio – ha detto ancora - non ha abbandonato il suo popolo e non si è lasciato sconfiggere dal male, perché Egli è fedele, e la sua grazia è più grande del peccato. Questo dobbiamo impararlo, eh? Perché noi siamo testardi! E non impariamo questo. Ma io farò la domanda: chi è più grande, Dio o il peccato? Chi? (Rispondono: “Dio!”). Ah, non siete convinti, eh! Non sento bene! (Rispondono: “Dio!”). Dio! E chi vince alla fine? Dio o il peccato? (Rispondono: “Dio!”). E Dio è capace di vincere il peccato più grosso? Anche il peccato più vergognoso? Anche il peccato che è terribile, il peggiore dei peccati, è capace di vincerlo? (Rispondono: “Si!”). E questa domanda non è facile, vediamo se tra voi c’è una teologa o un teologo per rispondere: con che arma vince Dio il peccato? (Rispondono: “L’amore!”) Oh, bravi! Tanti teologi! Bravi! Questo vuol dire che ‘Dio regna’; sono queste le parole della fede in un Signore la cui potenza si china sull’umanità per offrire misericordia e liberare l’uomo da ciò che sfigura in lui l’immagine bella di Dio. Perché quando siamo nel peccato l'immagine di Dio è sfigurata. E il compimento di tanto amore sarà proprio il Regno instaurato da Gesù, quel Regno di perdono e di pace che noi celebriamo con il Natale e che si realizza definitivamente nella Pasqua. La gioia più bella del Natale è quella gioia di pace, il Signore ha cancellato i miei peccati, è venuto a salvarmi, è questa la gioia del Natale”.

“Sono questi, fratelli e sorelle, i motivi della nostra speranza. Quando tutto sembra finito, quando, di fronte a tante realtà negative, la fede si fa faticosa e viene la tentazione di dire che niente più ha senso, ecco invece la bella notizia portata da quei piedi veloci: Dio sta venendo a realizzare qualcosa di nuovo, a instaurare un regno di pace; Dio ha ‘snudato il suo braccio’ e viene a portare libertà e consolazione. Il male non trionferà per sempre, c’è una fine al dolore. La disperazione è vinta, perché Dio è tra noi. E anche noi siamo sollecitati a svegliarci, come Gerusalemme, secondo l’invito che le rivolge il profeta; siamo chiamati a diventare uomini e donne di speranza, collaborando alla venuta di questo Regno fatto di luce e destinato a tutti. Uomini e donne di speranza, quanto è brutto però quando troviamo un cristiano senza speranza, che non è più capace di sperare in qualcosa, ma Dio abbatte questi muri e ridona la speranza. Il messaggio della Buona Notizia che ci è affidato è urgente, dobbiamo anche noi correre come il messaggero sui monti, perché il mondo non può aspettare, l’umanità ha fame e sete di giustizia, di verità, di pace”.

“E vedendo il piccolo Bambino di Betlemme, i piccoli del mondo sapranno che la promessa si è compiuta, il messaggio si è realizzato. In un bimbo appena nato, bisognoso di tutto, avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia, è racchiusa tutta la potenza del Dio che salva. Bisogna aprire il cuore, Natale è un giorno per aprire il cuore, a tanta piccolezza e a tanta meraviglia. È la meraviglia di Natale, a cui ci stiamo preparando, con speranza, in questo tempo di Avvento. È la sorpresa di un Dio bambino, di un Dio povero, di un Dio debole, di un Dio che abbandona la sua grandezza per farsi vicino a ognuno di noi”.

Nel corso dell’incontro, da vari gruppi sono stati rivolti al Papa auguri per gli 80 anni che compirà sabato. Nel ringraziare, Francesco, scherzando, ha detto che “al mio Paese, fare gli auguri prima del compleanno porta male e chi li fa è iettatore”.

 

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