04/08/2021, 10.42
VATICANO
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Papa: sul Vangelo ‘non si scende a compromessi’

“Tante volte abbiamo visto nella Storia, e anche lo vediamo oggi, qualche movimento che predica il Vangelo con una modalità propria, alle volte con carismi veri, propri; ma poi esagera e riduce tutto il Vangelo al ‘movimento’”. Un anno fa l’esplosione che colpì il porto di Beirut. La comunità internazionale di aiutare il Libano “a compiere un cammino di risurrezione con gesti concreti, non con parole soltanto”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Sul Vangelo “non si scende a compromessi”. “Il Vangelo non si può contrattare: la fede in Gesù non è merce da contrattare”, come mostra la Lettera di Paolo ai Galati, tema del ciclo di catechesi di papa Francesco per l’udienza generale. Incontri ripresi oggi dopo la sospensione del mese di luglio e tornati a svolgersi nell’aula Paolo VI, presenti circa quattromila persone.

L’udienza è stata anche occasione per Francesco di ricordare l’esplosione che giusto un anno fa colpì il porto di Beirut. Il Papa, oltre alle vittime dell’esplosione, ha ricordato la giornata che alla situazione libanese ha voluto dedicare all’inizio dello scorso mese di luglio e ha lanciato un appello chiedendo di aiutare il Libano “a compiere un cammino di risurrezione con gesti concreti, non con parole soltanto”. “Auspico – ha aggiunto - che in tal senso sia proficua la Conferenza in via di svolgimento promossa dalla Francia e dalle Nazioni Unite”. Francesco ha infine ripetuto ai libanesi il suo desiderio di recarsi nel Paese, con l’auspicio che esso torni ad essere “una messaggio di fratellanza e di pace per tutto il Medio Oriente”.

In precedenza, nel suo discorso, Francesco ha preso spunto dal monito di Paolo che ai Galati – ai quali “missionari” proponevano la circoncisione secondo la legge mosaica – dice che la verità annunciata nel Vangelo non può essere cambiata.

“Il perno intorno a cui tutto ruota – ha detto Francesco - è il Vangelo. Paolo non pensa ai ‘quattro vangeli’, come è spontaneo per noi. Infatti, mentre sta inviando questa Lettera, nessuno dei quattro vangeli è ancora stato scritto. Per lui il Vangelo è ciò che lui predica, il kerygma, l’annuncio della morte e risurrezione di Gesù come fonte della salvezza. Un Vangelo che si esprime con quattro verbi: «Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto, è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e apparve a Cefa» (1 Cor 15,3-5). Questo Vangelo è il compimento delle promesse ed è la salvezza offerta a tutti gli uomini. Chi lo accoglie viene riconciliato con Dio, è accolto come un vero figlio e ottiene in eredità la vita eterna. Davanti a un dono così grande che è stato fatto ai Galati, l’Apostolo non riesce a spiegarsi come mai essi stiano pensando di accogliere un altro ‘vangelo’. Più sofisticato, più intellettuale”.

Paolo “non può rischiare che si creino compromessi su un terreno così decisivo. Il Vangelo è uno solo ed è quello che lui ha annunciato; un altro non può esistere”. "Con la verità del Vangelo non si può negoziare. O tu ricevi il Vangelo come è, come è stato annunciato, o ricevi qualsiasi altra cosa. Ma non si può negoziare, con il Vangelo. Quando si parla del Vangelo e di un suo possibile sconvolgimento, non si può scendere a compromessi: la fede in Gesù non è merce da contrattare: è salvezza, è incontro, è redenzione. Non si vende a buon mercato”.

Quella descritta nella Lettera, ha osservato Francesco, “appare paradossale, perché tutti i soggetti in questione sembrano animati da buoni sentimenti. I Galati che danno ascolto ai nuovi missionari pensano che con la circoncisione potranno essere ancora più dediti alla volontà di Dio e quindi essere ancora più graditi a Paolo. I nemici di Paolo sembrano essere animati dalla fedeltà alla tradizione ricevuta dai padri e ritengono che la fede genuina consista nell’osservanza della Legge”. “Insomma, in questo labirinto di buone intenzioni è necessario districarsi, per cogliere la verità suprema che si presenta come la più coerente con la Persona e la predicazione di Gesù e la sua rivelazione dell’amore del Padre. Questo è importante: saper discernere. Tante volte abbiamo visto nella Storia, e anche lo vediamo oggi, qualche movimento che predica il Vangelo con una modalità propria, alle volte con carismi veri, propri; ma poi esagera e riduce tutto il Vangelo al ‘movimento’. E questo non è il Vangelo di Cristo: questo è il Vangelo del fondatore, della fondatrice e questo sì, potrà aiutare all’inizio, ma alla fine non fa frutti con radice profonda. Per questo, la parola chiara e decisa di Paolo fu salutare per i Galati ed è salutare anche per noi. Il Vangelo è il dono di Cristo a noi, è Lui stesso a rivelarlo. E’ quello che ci dà vita”.

Nel saluto ai fedeli di lingua inglese, infine, Francesco ha augurato “che le prossime vacanze estive siano un momento di ristoro e di rinnovamento spirituale per voi e per le vostre famiglie”.

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