21/10/2016, 11.15
VATICANO
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Papa: umiltà, dolcezza e magnanimità per costruire l’unità nella Chiesa

“Largo il cuore, c’è posto per tutti. E questo fa il vincolo della pace, questo è il modo degno di comportarci per fare il vincolo della pace che è creatore di unità. Creatore di unità è lo Spirito Santo, ma favorisce, prepara la creazione dell’unità”.

 

Città del Vaticano (AsiaNews) – Umiltà, dolcezza e magnanimità sono gli atteggiamenti necessari per avere il cuore aperto con spirito di pace col quale  costruire l’unità nella Chiesa. L’ha detto papa Francesco nell’omelia della messa celebrata stamattina a Casa santa Marta, prendendo spunto dal “Pace a voi”, il saluto di Gesù.

Francesco ha sottolineato che il saluto del Signore “crea un vincolo”, un vincolo di pace. Un saluto che “ci unisce per fare l’unità dello spirito”. “Se non c’è pace se non siamo capaci di salutarci nel senso più ampio della parola, avere il cuore aperto con spirito di pace, mai ci sarà l’unità”.

E questo vale per “l’unità nel mondo, l’unità nelle città, nel quartiere, nella famiglia”. “Lo spirito del male semina guerre, sempre. Gelosie, invidie, lotte, chiacchiere … sono cose che distruggono la pace e pertanto non può essere l’unità. E come è il comportamento di un cristiano per l’unità, per trovare questa unità? Paolo dice chiaramente: ‘Comportatevi in maniera degna, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità’. Questi tre atteggiamenti. Umiltà: non si può dare la pace senza l’umiltà. Dove c’è la superbia, c’è sempre la guerra, sempre la voglia di vincere sull’altro, di credersi superiore. Senza umiltà non c’è pace e senza pace non c’è unità”.

Il Papa ha quindi sostenuto che si è “dimenticato la capacità di parlare con dolcezza, il nostro parlato è sgridarci. O sparlare degli altri … non c’è dolcezza”. La dolcezza, invece, “ha un nocciolo che è la capacità di sopportare gli uni gli altri”: “Sopportandovi a vicenda’, dice Paolo. Bisogna avere pazienza”, “sopportare i difetti degli altri, le cose che non piacciono”. “Primo: umiltà; secondo: dolcezza, con questo sopportarsi a vicenda; e terzo: magnanimità: cuore grande, cuore largo che ha capacità per tutti e non condanna, non si rimpiccolisce nelle piccolezze, ‘che ha detto questo’, ‘che ho sentito questo’, ‘che …’: no: largo il cuore, c’è posto per tutti. E questo fa il vincolo della pace, questo è il modo degno di comportarci per fare il vincolo della pace che è creatore di unità. Creatore di unità è lo Spirito Santo, ma favorisce, prepara la creazione dell’unità”.

“Questa – ha detto ancora – è la maniera degna della chiamata del mistero al quale siamo stati chiamati, il mistero della Chiesa”. Il Papa ha così invitato tutti a riprendere il capitolo XIII della Lettera ai Corinzi che ci “insegna come fare lo spazio allo Spirito, con quali atteggiamenti nostri perché Lui faccia l’unità”. “Il mistero della Chiesa è il mistero del Corpo di Cristo: ‘Una sola fede, un solo Battesimo’, ‘un solo Dio Padre di tutti che è al di sopra di tutti’, opera ‘per mezzo di tutti ed è presente in tutti’: questa è l’unità che Gesù ha chiesto al Padre per noi e che noi dobbiamo aiutare a fare, questa unità, con il vincolo della pace. E il vincolo della pace cresce con l’umiltà, con la dolcezza, con il sopportarsi l’uno con l’altro, e con la magnanimità”. “Chiediamo che lo Spirito Santo – la sua conclusione – ci dia la grazia non solo di capire, ma di vivere questo mistero della Chiesa, che è un mistero di unità”.

 

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