17/01/2007, 00.00
VATICANO
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Papa: è “lungo e difficile” il cammino dell’unità dei cristiani, ma non bisogna scoraggiarsi

Alla vigilia della Settimana per l’unità, Benedetto XVI rileva quanto forte sia “il desiderio di unità” che ha sentito negli incontri con altri esponenti cristiani, in particolare con Bartolomeo I. Cresca l’amicizia tra ebrei e cristiani, “per la giustizia e la pace nel mondo”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – E’ un “cammino lungo e non facile” quello che porterà all’ unità dei cristiani, ma “occorre non scoraggiarsi e continuare a percorrerlo”, prima di tutto pregando “ogni giorno” perché essa si realizzi, ma anche attraverso comuni iniziative di carità, che mostrino il comune sentore dei cristiani. E’ stato dedicato alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani ed all’amicizia tra ebrei e cristiani il discorso che Benedetto XVI ha rivolto oggi alle circa 7mila persone presenti nell’aula Paolo VI per l’udienza generale.
 
Ricordando che comincia domani la Settimana per l’unità, “tempo forte di impegno e di preghiera da parte di tutti i cristiani”, “ho potuto avvertire – ha detto il Papa - quanto sia sentito il desiderio dell’unità negli incontri che ho avuto con rappresentanti di Chiese e comunità ecclesiali lungo questi anni e in modo molto commovente nell'incontro con il patriarca Bartolomeo ad Istanbul, in Turchia”, a fine novembre. “Queste ed altre esperienze hanno allargato il mio cuore alla speranza” ed anche se è un “cammino lungo e non facile occorre non scoraggiarsi e continuare a percorrerlo”, contando sul sostegno promesso da Gesù. “L’unità è dono di Dio e frutto dell’azione del suo spirito e per questo e necessario pregare”.
 
Ai presenti, Benedetto XVI ha anche ricordato che in alcuni Paesi, tra cui l’Italia, “la settimana viene fatta precedere dalla giornata di riflessione ebraico cristiana che si celebra proprio oggi”. Essa vuole “promuovere la conoscenza” e “incrementare il rapporto di reciproca stima e amicizia tra ebrei e cristiani”. Un rapporto, ha sottolineato, “incrementato” dopo il concilio Vaticano II e la “storica visita” di Giovanni Paolo II alla sinagoga maggiore di Roma del 13 aprile 1986. “Anche l’amicizia tra ebrei e cristiani per essere fruttuosa deve fondarsi sulla preghiera di tutti”, ha aggiunto, concludendo con un invito perché “si rispettino, si stimino e collaborino insieme per la giustizia e la pace nel mondo”.
 
Tornando alla Settimana, Benedetto XVI ha rammentato che quest’anno il tema biblico proposto è far sentire i sordi e far parlare i muti, prendendo spunto dalla guarigione del sordomuto, raccontata nel Vangelo di Marco. Ogni cristiano “spiritualmente sordo e muto a causa del peccato originale” riceve col battesimo la capacita di ascoltare la parola di Dio e proclamarla ai fratelli. Anzi, a partite da quel momento è compito del cristiano maturare nella conoscenza e nell’amore di Cristo in modo da poter annunciare il Vangelo.
 
L’annuncio del Vangelo e la testimonianza della carità, “ogni sollievo che i cristiani insieme recano alla sofferenza del prossimo” attraverso concrete iniziative, nelle parole del Papa, “favoriscono il cammino dell’unità”. “L’armonia di intenti per alleviare la sofferenza dell’uomo, la ricerca della verità, la conversione di vita e la penitenza sono vie obbligate che ogni cristiano deve percorrere”.
E “la preghiera per l’unità non può tuttavia limitarsi ad una settimana l’anno. Deve estendersi ad ogni giorno dell’anno”, perché “si compiano significativi passi sulla via della comunione perfetta e piena”.
 
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