29/01/2018, 11.22
VATICANO
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Papa: ‘non c’è vera umiltà senza umiliazione’, come mostra Gesù

“L’umiltà non è giustificarsi subito di fronte all’offesa, cercando di sembrare buono: “se non sai vivere una umiliazione, tu non sei umile”. “Questa è la regola d’oro”. E “se qualcuno è coraggioso, può chiedere, come ci insegna Sant’Ignazio, può chiedere al Signore che gli invii umiliazioni, per assomigliare di più al Signore”.

Città del Vaticano (AsiaNews) –  “Non c’è vera umiltà senza umiliazione”, come mostra Gesù. L’ha detto papa Francesco nell’omelia della messa che ha celebrato stamattina a Casa santa Marta, commentando l’umiliazione subita da David, narrata dalla Prima lettura.

Davide, ha evidenziato Francesco, è “un grande”: aveva vinto il filisteo, aveva “un’anima nobile” perché per due volte avrebbe potuto uccidere Saul e non l’aveva fatto, ma era anche un peccatore, aveva “peccati grossi” : “quello dell’adulterio e dell’assassinio di Uria, il marito di Betsabea, “quello del censimento”. Eppure la Chiesa lo venera come santo “perché si è lasciato trasformare dal Signore, si è lasciato perdonare”, si è pentito, e per “quella capacità non tanto facile di riconoscere di essere peccatore: ‘Sono peccatore’”.

In particolare la Prima Lettura è incentrata sull’umiliazione di Davide: suo figlio Assalonne “fa la rivoluzione contro di lui”. In quel momento Davide non pensa “alla propria pelle” ma a salvare il popolo, il Tempio, l’Arca. E fugge: “ un gesto che sembra da codardo ma è coraggioso”. Piangeva, camminando con il capo scoperto e i piedi scalzi. Ma il grande Davide viene umiliato non solo con la sconfitta e la fuga ma anche con l’insulto. Durante la fuga, un uomo, Simeì, lo insulta dicendogli che il Signore aveva fatto ricadere su di lui tutto sangue della casa di Saul -  “al posto del quale regni” - e messo il regno nelle mani di suo figlio Assalonne: “eccoti nella tua rovina – affermava - perché sei un sanguinario”. Davide lo lascia fare nonostante i suoi volessero difenderlo: “E’ il Signore che ispira di insultarmi”, forse “questo insulto commuoverà il cuore del Signore e mi benedirà”. “Davide saliva l’erta degli ulivi”.

Questa, ha sottolineato il Papa, è profezia di Gesù che sale il Calvario per dare la vita: insultato, lasciato da parte. Il riferimento è proprio all’umiltà di Gesù. “Alle volte, noi pensiamo che l’umiltà è andare tranquilli, andare forse a testa bassa guardando il pavimento … ma anche i maiali camminano a testa bassa: questa non è umiltà. Questa è quell’umiltà finta, prêt-à-porter, che non salva né custodisce il cuore. E’ buono che noi pensiamo questo: non c’è vera umiltà senza umiliazione, e se tu non sei capace di tollerare, di portare sulle spalle un’umiliazione, tu non sei umile: fai finta, ma non lo sei”.

Davide carica sulle sue spalle i propri peccati. “Davide è Santo; Gesù, con la santità di Dio, è proprio Santo”, ha detto il Papa, aggiungendo: “Davide è peccatore, Gesù è peccatore ma con i nostri peccati. Ma tutti e due, umiliati”. “Sempre c’è la tentazione di lottare contro quello che ci calunnia, contro quello che ci fa l’umiliazione, che ci fa passare vergogna, come questo Simeì. E Davide dice: ‘No’. Il Signore dice: ‘No’. Quella non è la strada. La strada è quella di Gesù, profetizzata da Davide: portare le umiliazioni. ‘Forse il Signore guarderà alla mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi’: portare le umiliazioni in speranza”.

Ma, ha ammonito Francesco, l’umiltà non è giustificarsi subito di fronte all’offesa, cercando di sembrare buono: “se non sai vivere una umiliazione, tu non sei umile”. “Questa è la regola d’oro”. “Chiediamo al Signore – la conclusione del Papa - la grazia dell’umiltà, ma con umiliazioni. C’era quella suora che diceva: ‘Io sono umile, sì, ma umiliata, mai!’. No, no! Non c’è umiltà senza umiliazione. Chiediamo questa grazia. E anche, se qualcuno è coraggioso, può chiedere, come ci insegna Sant’Ignazio, può chiedere al Signore che gli invii umiliazioni, per assomigliare di più al Signore”.

 

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