16/12/2015, 00.00
VATICANO
Invia ad un amico

Papa: “misericordia e il perdono non devono rimanere belle parole, ma realizzarsi nella vita quotidiana”

“La salvezza non si compra! La porta è Gesù ed è gratis! La salvezza è gratis. È segno di una vera conversione del nostro cuore. Quando attraversiamo quella Porta è bene ricordare che dobbiamo tenere spalancata anche la porta del nostro cuore”. “Sparsa in tutto il mondo e articolata in tante Chiese particolari, è però sempre e solo l’unica Chiesa che Gesù Cristo ha voluto”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Misericordia e il perdono non devono rimanere belle parole, ma realizzarsi nella vita quotidiana”, perché “come si può chiedere a Dio di perdonare noi, se poi noi non siamo capaci di perdono?”. “Amare e perdonare sono il segno concreto e visibile che la fede ha trasformato i nostri cuori e ci consente di esprimere in noi la vita stessa di Dio”.

Le Porte sante aperte in tutto il mondo perché il Giubileo della Misericordia possa diventare un’esperienza condivisa da ogni persona come “segno dell’accoglienza che Dio stesso ci riserva” sono l’argomento del quale il Papa ha parlato alle 20mila persone presenti in piazza san Pietro per l’udienza generale, tra le quali è lungamente passato con la jeep.

Nella sua catechesi Francesco – che ha ricevuto auguri in tutte le lingue per i 79 anni che compie domani - ha evidenziato in particolare la necessità che “la nostra porta sia sempre spalancata per non escludere nessuno, neppure quello o quella che mi dà fastidio”.

“Domenica scorsa – ha ricordato - è stata aperta la Porta Santa nella Cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano, e si è aperta una Porta della Misericordia nella Cattedrale di ogni diocesi del mondo, anche nei santuari e nelle chiese che i vescovi hanno detto di farlo, il Giubileo è in tutto il mondo, non solo a Roma. Ho desiderato che questo segno della Porta Santa fosse presente in ogni Chiesa particolare, perché il Giubileo della Misericordia possa diventare un’esperienza condivisa da ogni persona. L’Anno Santo, in questo modo, ha preso il via in tutta la Chiesa e viene celebrato in ogni diocesi come a Roma, anche la prima porta santa è stata aperta proprio nel cuore dell'Africa e Roma è il segno visibile della comunione universale. Possa questa comunione ecclesiale diventare sempre più intensa, perché la Chiesa sia nel mondo il segno vivo dell’amore e della misericordia del Padre”.

“Anche la data dell’8 dicembre ha voluto sottolineare questa esigenza, collegando, a 50 anni di distanza, l’inizio del Giubileo con la conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II. In effetti, il Concilio ha contemplato e presentato la Chiesa alla luce del mistero della comunione. Sparsa in tutto il mondo e articolata in tante Chiese particolari, è però sempre e solo l’unica Chiesa che Gesù Cristo ha voluto e per la quale ha offerto Se stesso. La Chiesa ‘una’ che vive della comunione stessa di Dio.
Questo mistero di comunione, che rende la Chiesa segno dell’amore del Padre, cresce e matura nel nostro cuore, quando l’amore, che riconosciamo nella Croce di Cristo e in cui ci immergiamo, ci fa amare come noi stessi siamo amati da Lui. Si tratta di un Amore senza fine, che ha il volto del perdono e della misericordia. Però la misericordia e il perdono non devono rimanere belle parole, ma realizzarsi nella vita quotidiana. Amare e perdonare sono il segno concreto e visibile che la fede ha trasformato i nostri cuori e ci consente di esprimere in noi la vita stessa di Dio. Amare e perdonare come Dio ama e perdona. Questo è un programma di vita che non può conoscere interruzioni o eccezioni, ma ci spinge ad andare sempre oltre senza mai stancarci, con la certezza di essere sostenuti dalla presenza paterna di Dio”.

“Questo grande segno della vita cristiana si trasforma poi in tanti altri segni che sono caratteristici del Giubileo. Penso a quanti attraverseranno una delle Porte Sante, che in questo Anno sono vere Porte della Misericordia. La Porta indica Gesù stesso che ha detto: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo» (Gv 10,9). Attraversare la Porta Santa è il segno della nostra fiducia nel Signore Gesù che non è venuto per giudicare, ma per salvare (cfr Gv 12,47). State attenti, che non ci sia qualcuno un po’ furbo, che vi dica che si deve pagare, la salvezza non si compra! La porta è Gesù ed è gratis! La salvezza è gratis. È segno di una vera conversione del nostro cuore. Quando attraversiamo quella Porta è bene ricordare che dobbiamo tenere spalancata anche la porta del nostro cuore. Io sto davanti la Porta Santa e chiedo al Signore di aiutarmi a spalancare la porta del mio cuore. Non avrebbe molta efficacia l’Anno Santo se la porta del nostro cuore non lasciasse passare Cristo che ci spinge ad andare verso gli altri, per portare Lui e il suo amore. Dunque, come la Porta Santa rimane aperta, perché è il segno dell’accoglienza che Dio stesso ci riserva, così anche la nostra porta sia sempre spalancata per non escludere nessuno, neppure quello o quella che mi da fastidio”.

“Un segno importante del Giubileo è anche la Confessione. Accostarsi al Sacramento con il quale veniamo riconciliati con Dio equivale a fare esperienza diretta della sua misericordia. Dio ci comprende anche nei nostri limiti e contraddizioni. Non solo, Egli con il suo amore ci dice che proprio quando riconosciamo i nostri peccati ci è ancora più vicino e ci sprona a guardare avanti. Dice di più: che quanto riconosciamo i nostri peccati e chiediamo perdono c’è festa nel Cielo: Gesù fa festa. Eh, questa è la Sua misericordia: non scoraggiamoci. Avanti, avanti con questo!. Quando riconosciamo i nostri peccati c'è festa nel Cielo!”

“Quante volte mi sono sentito dire: ‘Padre, non riesco a perdonare’. Ma come si può chiedere a Dio di perdonare noi, se poi noi non siamo capaci di perdono? Perdonare è una cosa grande. Certo, perdonare non è facile, perché il nostro cuore è povero e con le sue sole forze non ce la può fare. Se però ci apriamo ad accogliere la misericordia di Dio per noi, a nostra volta diventiamo capaci di perdono. E anche tante volte io ho sentito dire: ‘Ma, a quella persona io non la potevo vedere: la odiavo. Ma un giorno, mi sono avvicinato al Signore e gli ho chiesto perdono dei miei peccati, e anche ho perdonato quella persona’. Queste sono cose di tutti i giorni. E abbiamo vicino a noi questa possibilità”.

“Pertanto, coraggio! Viviamo il Giubileo iniziando con questi segni che comportano una grande forza di amore. Il Signore ci accompagnerà per condurci a fare esperienza di altri segni importanti per la nostra vita. Coraggio e avanti!”.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Papa: ‘cuore’ della confessione non sono i peccati che diciamo, ma l’amore che riceviamo
29/03/2019 18:32
Papa: ‘andare dal Signore col cuore aperto: è il padre che ci aspetta’
27/02/2018 10:29
Papa: L’atto penitenziale, il coraggio di togliere la maschera e aprirsi alla grazia che rinnova il cuore
03/01/2018 10:27
Papa: Missionari della Misericordia, testimoni di come Dio ama e perdona
09/02/2016 18:09
Papa: il "lavoro" di Dio è riconciliare, perché "il nostro Dio perdona" qualsiasi peccato e lo perdona "sempre"
23/01/2015


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”