06/02/2018, 12.44
INDONESIA
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Papua, ‘sotto controllo’ l’emergenza umanitaria nel distretto di Asmat

di Mathias Hariyadi

I morti sono 72, in maggioranza bambini. Circa 650 neonati hanno contratto il morbillo e almeno 223 soffrono di malnutrizione. Vescovo di Agats: “Progettare un programma a medio termine, per fornire una buona alimentazione ai nativi”.

Jakarta (AsiaNews) – Nella provincia di Papua, è “sotto controllo” l’emergenza umanitaria che negli ultimi mesi ha causato la morte di decine di bambini per morbillo e malattie legate alla malnutrizione. È quanto dichiara oggi il ministero della salute indonesiano. Almeno 72 persone, in maggioranza bambini, sono morte per complicazioni ad Asmat, una zona remota della provincia più orientale del Paese. L'epidemia ha spinto le autorità sanitarie ad inviare nella regione paramedici ed aiuti militari, dichiarando lo scorso 15 gennaio lo stato di emergenza per “un'epidemia straordinaria”. “Abbiamo revocato l’allarme perché il numero delle persone colpite sta diminuendo e non vi sono nuovi casi”, dichiara Elisa Kambu, a capo del distretto di Asmat. Circa 650 bambini hanno contratto il morbillo e almeno 223 soffrono di malnutrizione. Più di 17.300 bambini sono stati immunizzati, si legge nella nota diffusa su internet.

La Chiesa cattolica locale è tra le prime istituzioni ad aver prestato assistenza alla popolazione indigena locale. Il vescovo della diocesi di Agats, mons. Aloysius Murwito (foto 2), ha coordinato due squadre di volontari che hanno distribuito aiuti in diversi villaggi dell’impervio territorio. Da Sorong, dove si trova per un incontro con i vescovi di Merauke, Jayapura e Timika, il prelato conferma ad AsiaNews quanto dichiarato dalle autorità sanitarie circa la fine della crisi: “Tuttavia, la nostra principale preoccupazione ora è progettare un programma a medio termine, per fornire una buona alimentazione ai nativi nelle aree remote di due distretti, composti da 20 villaggi isolati. Abbiamo effettuato numerosi viaggi in motoscafo per raggiungere questi remoti insediamenti e distribuire cibo ed altri generi di prima necessità”.

I volontari della diocesi e gli operatori sanitari si trovano ad affrontare numerose sono le difficoltà che. Il distretto di Asmat nella diocesi di Agats è un territorio con caratteristiche uniche che non si trovano in nessun altro luogo dell'immenso arcipelago indonesiano. Il suolo non è solido, bensì costituito da fango denso e umido. Asmat dista ore di viaggio in barca dai villaggi circostanti (foto 3), raggiungibili solo con piccoli motoscafi in acque infestate dai coccodrilli. La navigazione sugli imponenti fiumi (500-1,000m di larghezza) della regione non dura mai meno di tre-cinque ore ed è molto pericolosa e dispendiosa, da un punto di vista economico e fisico.

Per affrontare la complessità delle operazioni, è stato fondamentale il sostegno finanziario che i cattolici indonesiani hanno prestato alla comunità di Agats. Mons. Aloysius Murwito ribadisce la sua gratitudine a tutti i fedeli che hanno contribuito all’iniziativa umanitaria della diocesi. Alcune organizzazioni cattoliche di Jakarta, come Sesawi.Net, Sesawi Foundation, e l’Indonesian Catholic Forum Society (Fmki), hanno istituito temporanee raccolte fondi per finanziare anche i difficili viaggi sui motoscafi dei volontari (foto 4). Tra essi vi è Vero, cattolica originaria di Central Java ma da 20 anni ad Asmat. Ella dichiara: “I casi di morbillo e rosolia stanno diminuendo, ma resta ancora molto lavoro da fare”.

“Dovremo destinare i fondi raccolti dai nostri donatori, per completare la nostra missione – spiega il vescovo – Sono profondamente commosso dalla generosità che hanno dimostrato nel sostenere il nostro programma Caritas. È proprio vero che attraverso il lavoro di gruppo, possiamo fare cose che non avremmo mai pensato prima”, afferma mons. Murwito.  Egli ribadisce che tali donazioni hanno reso la diocesi di Agats “finanziariamente capace” di realizzare i programmi nutrizionali a medio termine di cui necessita la popolazione locale. “Da soli siamo così deboli, ma insieme siamo forti ed efficienti, conclude il vescovo.

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