29/08/2008, 00.00
CINA
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Paralimpiadi, un’altra occasione perduta dalla Cina in materia di diritti umani

È rimasta inascoltata la proposta di mantenere accesa la fiamma olimpica fino alla conclusione dei giochi per disabili. Essa avrebbe significato “un segnale forte” alla comunità internazionale, che spesso dimentica le difficoltà quotidiane delle persone affette da handicap.

Pechino (AsiaNews) – Le Paralimpiadi rappresentano “l’occasione ideale” per la Cina e il suo popolo per migliorare “consapevolezza e comprensione” verso i disabili, anche se “l’ignoranza” che circonda il mondo dell’handicap è ancora oggi “fonte di malintesi”. È l’auspicio rivolto da Li Caimao, direttore del Comitato governativo per i disabili, in occasione dell’accensione della torcia olimpica per i Giochi dei disabili, in programma a Pechino dal 6 al 17 settembre. Un auspicio che sembra destinato a rimanere tale, come è stato per le speranze di "apertura" legate ai Giochi olimpici.

Intanto ieri, al Tempio del Cielo, presente il Primo Ministro cinese Wen Jabao, è partita la staffetta paralimpica che attraverserà le vie della città fino all’inaugurazione dei giochi, trasportata da 850 tedofori affetti da diverse disabilità. Alla cerimonia ha partecipato anche Deng Pufang, figlio dell’ex leader Deng Xiaoping e presidente della Federazione cinese delle persone affette da disabilità. Durante il tormentato periodo della Rivoluzione Culturale egli è stato lanciato da una finestra e in seguito all’incidente è rimasto paralizzato.

Le paralimpiadi potevano quindi diventare l’occasione per mostrare al mondo l’attenzione e la cura con cui la Cina segue le persone con problemi fisici o psichici, ma la speranza – anche in questo caso – è rimasta tale, come racconta ad AsiaNews il responsabile di una Ong di Pechino che si occupa di disabilità: “Avevamo proposto di simulare lo spegnimento della fiamma olimpica – racconta la fonte cinese – per poi mantenerla accesa fino alla fine delle Paralimpiadi, per dare un segno di continuità fra i due eventi”. L’idea aveva, almeno inizialmente, incontrato il favore di una parte dei funzionari governativi, ma alla fine “non se ne è fatto nulla”.

“Mantenere accesa la fiamma Olimpica – sottolinea l’attivista che da anni si occupa di disabili nel Paese – avrebbe rappresentato un segnale forte per la comunità internazionale. Essa testimoniava l’attenzione e la cura con la quale la Cina segue le persone affette da handicap, dando rilievo e interesse all’evento sportivo a loro dedicato”. A dispetto delle critiche in materia di “diritti umani e libertà individuali”, un gesto simile avrebbe sancito la maggiore attenzione della Cina verso i “diritti di ciascun individuo”, ivi compresi i disabili che spesso sono emarginati nelle ricche ed evolute società occidentali. “Purtroppo anche qui – denuncia la fonte – c’è molto su cui lavorare”.

L’attivista conferma infine lo “scarso interesse” che circonda l’evento paralimpico, con pubblicità o servizi “pressoché inesistenti nei media”, mentre “non si è abbassato il livello di guardia” e non si registrano “maggiori libertà di spostamento o di espressione”. “In realtà l’evento olimpico – conclude l’attivista – era solo un pretesto per mostrare al mondo la potenza della Cina; contava solo che tutto filasse liscio e non ci fossero incidenti”.

Dal 6 al 17 settembre Pechino ospiterà le Paralimpiadi, che vedranno la partecipazione di circa 4mila atleti provenienti da tutto il mondo. In Cina vi sono 83 milioni di disabili, circa il 6% della popolazione, un milione dei quali vive nella capitale. Circa 200mila disabili sono stati coinvolti nell’organizzazione delle Paralimpiadi o svolgeranno un servizio in concomitanza all’evento sportivo, ai quali si aggiungono 12mila volontari.(DS)

 

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