27/01/2004, 00.00
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Parigi e Pechino, un mondo multipolare dimentico dei diritti umani

Parigi (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente cinese Hu Jintao è arrivato ieri in Francia per una visita ufficiale di 4 giorni. In agenda oggi un incontro con il Presidente Chirac per firmare un accordo bilaterale, una visita alla Torre Eiffel e agli stabilimenti Airbus di Tolosa, un discorso all'Assemblea Nazionale del Parlamento, una serie di incontri con uomini d'affari francesi interessati a investire in Cina.

La scelta della Francia come prima "tappa" europea da presidente – dopo la sua elezione nel 2003 -  è significativa. Anche la coincidenza con una data storica – il 27 gennaio 1964, che sancì l'inizio delle relazioni diplomatiche tra Francia e Cina - non appare fortuita. Quel giorno di 40 anni fa, l'allora presidente francese Charles De Gaulle riconobbe la legittimità della Cina popolare di Mao, a quel tempo isolata a livello internazionale. Come 40 anni fa, Francia e Cina hanno in comune molti interessi politici ed economici. Hervé Ladsous, portavoce del Ministero degli Esteri ha sottolineato che tale "convergenza di visioni" è ancora più forte dopo la guerra in Iraq, per la necessità di un mondo multipolare. La Francia mira anche a rafforzare i propri investimenti economici in Cina. Hervé Ladsous, ha parlato di progetti nel settore delle televisioni e DVD e di impianti nucleari. La Cina cerca invece sostegno per nuovi investimenti, nuove tecnologie, protezione dell'ambiente, cooperazione per contrastare SARS, criminalità  e immigrazione illegale.  La Francia è un importante intermediario nei rapporti con l'Unione Europea: già ieri Dominique de Villepin, Ministro degli Esteri francese, ha chiesto agli altri ministri dell'Unione Europea di revocare al più presto l'embargo sulle armi alla Cina, imposto dopo i fatti di Tiananmen del giugno 1989. Nel mese di dicembre, il Parlamento Europeo aveva bocciato con una risoluzione le richieste di Pechino e aveva deciso di mantenere ancora l'embargo, a causa delle insufficienti garanzie nell'ambito dei diritti umani e delle minacce contro Taiwan. Anche la Germania, pur d'accordo con la Francia nel togliere l'embargo, ieri si è mostrata cauta.

Le autorità francesi hanno accolto "in pompa magna" Hu Jintao, pavesando di rosso la Torre Eiffel, criticando Taiwan ed evitando all'ospite situazioni imbarazzanti sul problema dei diritti umani. Personaggi "sgraditi" a Pechino non sono presenti alla manifestazione culturale dell' "Anno della Cina in Francia". Ai membri della setta religiosa Falun Gong, bandita dal governo cinese, è stato vietato di partecipare alla parata di sabato scorso sugli Champs – Elysées. Lo scrittore Gao Xingjian, in esilio in Francia e premio Nobel per la letteratura, non è stato invitato al Salone del Libro di Parigi dove c'è un'apposita sezione dedicata alla letteratura cinese.

Su questi aspetti le organizzazioni non governative francesi hanno manifestato una dura presa di posizione. Francis Perrin, presidente di Amnesty International Francia, ha dichiarato che "è necessaria una coerenza tra le parole e i fatti. I politici francesi ci ricordano spesso che la Francia è la patria dei diritti umani. Il minimo è affrontare la questione dei diritti umani in Cina". Amnesty è preoccupata, tra l'altro, anche del blocco dei siti internet in Cina. Associazioni in difesa dei diritti umani (Amnesty, Reporter senza Frontiere, Lega dei Diritti Umani) e politici francesi boicotteranno il discorso di Hu Jintao con un sit-in di protesta davanti al Parlamento, per denunciare il ricorso alla pena di morte, le violazioni dei diritti umani, l'oppressione delle minoranze, la questione tibetana, l'arresto e la detenzione di dissidenti. (MR).

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