21/07/2017, 10.39
IRAN
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Parlamentari per l’abolizione della legge di cittadinanza che discrimina le donne

Solo gli uomini possono dare la cittadinanza ai figli e alla coniuge. In questo modo, migliaia di bambini rimangono privi di cittadinanza. I più vulnerabili sono i figli dei rifugiati afghani.

Teheran (AsiaNews/RFE) – Un gruppo di parlamentari iraniani sta cercando di cancellare una legge che da lungo tempo nega cittadinanza ed equi diritti ai bambini iraniani nati da padri stranieri. Se approvata dal parlamento, la proposta di legge potrebbe ribaltare la legislazione discriminatoria che incide sulla vita di migliaia di bambini fuori e dentro l’Iran – in particolar modo i bambini iraniani con padri appartenenti alla grande comunità di rifugiati afghani e migranti che vivono nella Repubblica islamica.

Gli attivisti per i diritti umani insistono da anni per l’abolizione della legge, secondo la quale solo gli uomini iraniani possono passare le loro nazionalità a mogli e figli.

Per anni, la cittadinanza di bambini nati da matrimoni fra donne iraniane e rifugiati afghani è stato il motore per il cambiamento della legge. A oggi, questi bambini sono essenzialmente apolidi. Di recente, la campagna per l’abrogazione della legge ha avuto un’inaspettata spinta dalla morte di Maryam Mirzakhani, una premiata matematica di Teheran che è morta di cancro negli Stati Uniti il 15 luglio. L’unica figlia di Mirzakhani, Anahita, ha 6 anni e un padre ceco e non è quindi idonea per la cittadinanza iraniana.

L’agenzia di stampa semi-ufficiale Fars ha riportato che il 16 luglio un gruppo di deputati ha fatto richiesta ufficiale di velocizzare il voto sulla bozza. Secondo l’agenzia, Mirzakhani aveva chiesto nel suo testamento che venisse riconosciuta la cittadinanza iraniana a sua figlia. Radio Free Europe/Radio Liberty (Rfe/Rl) non ha potuto verificare l’affermazione in modo indipendente.

Il 17 luglio, Reza Shiran ha riferito al quotidiano pro-governo Mashregh di star raccogliendo le firme per introdurre la legge all’assemblea. Ha affermato di aver ottenuto 60 firme fra i 290 membri della camera. Per lui, il provvedimento è inteso ad “assicurare la cittadinanza alla figlia di Mirzakhani”, aggiungendo che “uguale attenzione” deve essere portata alla situazione dei bambini nati da madri iraniane e padri afghani.

Le sue affermazioni sono giunte dopo che l’11 luglio il Comitato parlamentare culturale ha approvato la formulazione della proposta di legge, che estenderebbe l’idoneità alla cittadinanza iraniana ai discendenti di genitori stranieri. Prima di diventare legge, la normativa deve essere approvata dal parlamento e ratificata dal Consiglio dei Guardiani, il potente organo clericale chiamato ad approvare tutta la legislazione proposta.

Gli attivisti per i diritti umani hanno accolto gli sforzi ad abrogare la legge come un passo verso l’eguaglianza di genere in Iran.

Tara Sepehri Far, ricercatrice di Human Rights Watch (Hrw), sostiene che l’attuale norma è discriminatoria verso le donne e nega equi diritti a migliaia di bambini in Iran. “Nei casi di matrimoni fra donne iraniane e rifugiati afghani, la maggior parte dei quali senza documenti, tanti bambini nati e cresciuti in Iran si sono ritrovati senza alcun percorso verso la cittadinanza, cosa che incide sull’accesso a molti altri diritti come all’istruzione, alla salute, al lavoro”, sostiene Far.

Le Nazioni unite stimano il numero dei cittadini afghani in Iran poco al di sotto di un milione, molti dei quali affermano di essere oggetto di violenza e ingiustizie nella Repubblica islamica. Secondo Teheran, il numero di rifugiati e migranti afghani con e senza documenti si avvicina ai 3 milioni. Teheran ha espulso molti afghani e a periodi minaccia esportazioni di massa verso quelli che rimangono. Molti di questi si sono trasferiti in Iran con l’occupazione sovietica in Afghanistan e la guerra civile che aveva seguito il ritiro delle truppe dell’Urss. Altri avevano cercato rifugio in Iran dopo la presa di potere dei talebani. In molti hanno accettato lavori umili che hanno poca attrattiva sugli iraniani, e tuttavia vengono spesso accusati di creare insicurezza e disoccupazione.

Nel 2015, il leader supremo, l’ayatollah Ali Khamenei ha emanato un decreto che permette a tutti i bambini afghani di frequentare le scuole. Agli afghani sono ancora vietati servizi base, comunque, incluso l’accesso all’assistenza sanitaria, ai lavori e anche all’abitazione.

 

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