09/08/2011, 00.00
SRI LANKA
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Partiti e gruppi lotteranno “fino alla fine” per il rilascio di Sarath Fonseka

di Melani Manel Perera
È quanto chiesto ieri in una manifestazione di fronte alla prigione dov’è detenuto l’ex generale. Jayantha Ketagoda, rappresentante di Fonseka in parlamento: “Non è più tollerabile vedere in libertà chi ha distrutto il Paese e ucciso migliaia di civili, mentre Fonseka è rinchiuso in prigione”.
Colombo (AsiaNews) – Uomini e donne di ogni età, etnia e religione lotteranno “fino alla fine” perché Sarath Fonseka torni in libertà. È quanto chiesto ieri alla manifestazione organizzata dal Jvp (Janatha Vimukthi Peramuna) e altri partiti dell’opposizione per il rilascio dell’ex generale dell’esercito, caduto in disgrazia dopo la vittoria sui Tamil e la sua candidatura a presidente, in concorrenza con l’attuale leader Rajapaksa. La protesta si è svolta proprio di fronte alla prigione di Welikada, dove è rinchiuso Fonseka da un anno e mezzo, e vi ha partecipato anche Anoma, moglie del generale.

Per Jayantha Ketagoda, leader della Democratic National Alliance (Dna) che rappresenta Fonseka in parlamento, “non è più tollerabile vedere il generale, che ha dato la libertà allo Sri Lanka, soffrire in prigione, mentre chi ha distrutto il nostro Paese, ucciso migliaia di persone innocenti e sparso il terrorismo qui e in tutto il mondo, gode di ogni libertà e vive con i poteri dello Stato. Ci vergogniamo di avere una legge che permette una cosa simile”.

Nello specifico, i manifestanti hanno puntato il dito contro Kumaran Pathmandan, ex leader internazionale Ltte (Tigri Tamil), e Karuna Amman, ex leader Ltte per la provincia orientale, che oggi godono di ogni privilegio concesso dal governo del presidente Mahinda Rajapaksa.

Fonseka è in carcere dall’8 febbraio 2010, con l’accusa di irregolarità commesse quando era comandante in capo durante la guerra contro i ribelli tamil. Candidato alla presidenza, il suo arresto è avvenuto due settimane dopo le elezioni presidenziali, vinte dall’attuale presidente Mahinda Rajapaksa. Il voto è stato molto criticato, ed esponenti della società civile hanno denunciato brogli, uno spiegamento dell’esercito eccessivo e un mandato di cattura per il gen. Fonseka “già annunciato”.
 
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