02/05/2018, 08.08
RUSSIA-ALBANIA
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Patriarca Kirill: La vera fede sconfigge il terrorismo. Ilarion: Impossibile l’unità coi cattolici

di Vladimir Rozanskij

Nella sua visita in Albania, il patriarca ortodosso di Mosca l’unità delle Chiese cristiane per disarmare il radicalismo di stampo religioso. Nello stesso giorno, il suo collaboratore più stretto, Ilarion, raffredda gli slanci ecumenici. Tra cattolici e ortodossi vi è fede comune, ma troppe “contraddizioni e incomprensioni”, come l’opera del card. Stepinac e quella dei greco-cattolici (uniati).

Mosca (AsiaNews) - Il capo della Chiesa ortodossa Russa, il patriarca Kirill (Gundjaev), si è recato dal 28 al 30 aprile in visita ufficiale in Albania, dove è stato accolto dall’arcivescovo di Tirana Anastas (Janullatos), guida degli ortodossi del Paese delle aquile. Kirill e Anastas, che a lungo è stato missionario ortodosso in Africa, sono anche in stretti rapporti di amicizia da oltre 50 anni, e la visita si è svolta in un clima particolarmente disteso. Il patriarca russo si è detto “impressionato” dalla crescita della Chiesa in Albania, che raggiunge circa il 7% della popolazione.

Secondo Kirill, la cosa più importante non è solo la costruzione di nuove chiese e monasteri, le attività sociali e educative, ma il fatto che “la Chiesa albanese oggi è in grado di parlare con il proprio popolo in una lingua ad esso comprensibile, nella quale possa comprendere cosa sia il cristianesimo nella storia”. Nell’intervista rilasciata alla TV albanese lo scorso 29 aprile, il patriarca russo ha risposto ad alcune domande, tra cui quella sull’importanza della religione nella lotta al terrorismo e al radicalismo. Egli ha affermato che “non esiste altra argomentazione oltre a quella religiosa, che sia in grado di disarmare il fondamento ideologico del radicalismo e del terrorismo. Se i radicali si appellano alle verità religiose e usano ideali religiosi per motivare le proprie azione estremistiche, allora soltanto la vera religiosità potrà confutarli, tramite l’intervento delle proprie organizzazioni religiose”.

Alla domanda se la religione si debba interessare alla politica, Kirill ha ricordato che “la religione e la politica non possono essere due facce della stessa medaglia”. Esse sono fenomeni di ordine diverso: la politica è il mezzo di governo delle masse e dei popoli, degli Stati e tra gli Stati. La religione invece, secondo il patriarca, si occupa dell’anima delle persone, della loro coscienza e moralità. Nonostante questo “la Chiesa ha il diritto di dare una valutazione morale della politica, per proteggere i fedeli e tutti gli uomini da azioni dei politici che possano condurre a danni morali e materiali”. Il patriarca moscovita ha sottolineato la grande unità tra le Chiese di Russia e Albania, rivolgendo i migliori auguri al popolo albanese, in un periodo della storia “in cui la civiltà si sviluppa in modo tumultuoso, attraverso numerose crisi”, ed è quindi fondamentale che le persone conservino la propria “integrità”.

Lo stesso 29 aprile, in un’intervista alla televisione Russia 24, il suo principale collaboratore, il metropolita Ilarion (Alfeev) ha affermato che l’unità con la Chiesa Cattolica, invece, è praticamente impossibile. “Anche se le fondamenta della nostra fede sono le stesse, e il simbolo di fede è quasi identico, i cattolici hanno un’altra concezione della processione dello Spirito Santo”, ha affermato il prelato. Egli ha inoltre insistito sulle divisioni dell’ultimo millennio, “in cui si sono accumulate molte contraddizioni e incomprensioni”. Ilarion si è dichiarato scettico circa le recenti dichiarazioni del patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, secondo il quale l’unione tra i due rami del cristianesimo è inevitabile.

Come esempio della difficoltà di questo processo, il metropolita ha ricordato le canonizzazioni dei santi impossibili da accettare da parte degli ortodossi, tra cui l’eventuale canonizzazione del cardinale croato Stepinac di Zagabria. Per i cattolici egli gode di fama di santità, mentre per la Chiesa ortodossa serba si macchiò di gravi colpe durante la Seconda guerra mondiale, partecipando al genocidio del popolo serbo. Ilarion ha citato anche i vari tentativi di unione forzata degli ortodossi alla Chiesa Cattolica, e in particolare la costante attività anti-ortodossa degli uniati in Ucraina.

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