07/07/2014, 00.00
LIBANO
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Patriarca Rai: il Parlamento si riunisca ogni giorno, fino all'elezione del nuovo presidente

La richiesta rivolta al presidente della Camera. "Coloro che ostacolano le elezioni, direttamente o indirettamente, e quelli che li appoggiano sulla scena interna ed esterna, creano gravi danni al Libano".

Beirut (AsiaNews) - Il patriarca maronita Bechara Rai ha chiesto che il Parlamento sia convocato in sedute quotidiane fino all'elezione del nuovo presidente della Repubblica e ha ammonito che chiunque ostacoli, direttamente o indirettamente,  l'elezione sta procurando un danno al Libano.

La richiesta delle convocazioni quotidiane è stata avanzata dal cardinale al presidente del Parlamento, Nabih Berry, nel corso della messa celebrata ieri nella chiesa di Dimane. "Le riunioni quotidiane - ha detto - sono divenute obbligatorie in base alla Costituzione". "Noi - ha aggiunto - diciamo a coloro che ostacolano le elezioni, direttamente o indirettamente, e a quelli che li appoggiano sulla scena interna ed esterna, che creano gravi danni al Libano", che "non appartiene a nessuno, ma appartiene a tutto il popolo". "Chiediamo a nazioni amiche - ha concluso - di  sollecitare il parlamento libanese ad eleggere un nuovo capo di Stato, al fine di salvaguardare il ruolo del Paese sulla scena araba e internazionale".

Nel corso della messa, il Patriarca si è rallegrato per la presenza di un gruppo di giovani americani e canadesi di origine libanese, venuti nel Paese nel quadro del programma "Back to roots", promosso dalla Fondazione maroniti nel mondo, ma ha definito "deprecabile" la "frattura" che colpisce la società politica maronita e ha attribuendo a tale "frattura" la non elezione del nuovo capo dello Stato, "in flagrante violazione della Costituzione e del patto nazionale", che attribuisce ai cristiani il ruolo di capo dello Stato.

Il Libano è senza capo dello Stato da maggio, alla fine della presidenza Suleiman. Otto riunioni del Parlamento per eleggere il presidente sono andate a vuoto. Sette per il boicottaggio della coalizione dell'"8 marzo", capitanata da Hezbollah, per mancanza di accordo con il gruppo del "14 marzo".

La prossima riunione del Parlamento è in programma il 23 luglio.

 

 

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