26/08/2013, 00.00
LIBANO
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Patriarca maronita: Le bombe a Roueiss e a Tripoli un crimine contro Dio, l'umanità e il Libano

di Paul Dakiki
Nell'omelia di ieri, il card. Bechara Rai domanda unità fra i politici per salvare il Libano. La riconciliazione vissuta dalla popolazione. Visita alla moschea di al-Taqwa , a Tripoli. Le tragedie di Roueiss (nella banlieue sud di Beirut) e di Tripoli sono "nostre tragedie perché siamo un solo corpo e una sola famiglia".

Dimane (AsiaNews) - Il Patriarca maronita del Libano, card. Bechara Rai ha stigmatizzato come "un crimine contro Dio, contro l'umanità, contro il Libano" gli attentati alle moschee di Tripoli e quella a Roueiss, nella banlieue sud della capitale. Nell'omelia tenuta ieri a Dimane, la residenza estiva del patriarca, egli ha espresso solidarietà e preghiere alle vittime e alle famiglie delle due regioni, invocando l'unità nazionale, esortando i capi politici a far uscire il Paese dall'empasse. Da mesi il Libano non ha un governo, per gli ostacoli e le richieste che gli Hezbollah pongono sul tavolo e per le diverse posizioni dei partiti sulla situazione siriana.

Puntando il dito verso la classe politica, egli ha detto: "Di fronte alla mostruosità che ha toccato il Libano, dal sud di Beirut fino al cuore del Nord.. gli uomini al potere e le parti in conflitto che rifiutano di sedersi al tavolo del dialogo, che bloccano la formazione di un nuovo governo, paralizzano il parlamento e sospendono la vita pubblica, devono prendere coscienza che sono essi i responsabili del caos sulla sicurezza, della proliferazione delle armi illegali, delle auto-bomba itineranti, delle esplosioni e del sangue dei martiri innocenti. La loro pesante responsabilità davanti a queste catastrofi nazionali impone loro il dovere di far uscire il Paese dalle coordinate del conflitto confessionale regionale, liberandolo dalle direttive straniere e separandolo dagli sviluppi siriani".

"Il dialogo obbiettivo che può salvare - ha aggiunto - promette risultati positivi e supera tutte le condizioni. Questo è l'appello delle vittime innocenti".

Egli ha anche ricordato che la popolazione vive già la riconciliazione di cui i partiti e il Paese hanno bisogno: "Siamo stati molto toccati  dalle donne e dai bambini della banlieue sud [dove è avvenuto un attentato], che hanno distribuito rose in segno di solidarietà con i figli di Tripoli [dove sono avvenuti gli ultimi due attentati]".

Dopo la messa, il patriarca si è recato a Tripoli, alla moschea al-Taqwa, uno dei due luoghi colpiti, per offrire le sue condoglianze per la morte di 45 persone e circa 900 feriti.

"Dopo 10 giorni dalle bombe di Roueiss - ha detto il card. Rai - la stessa mano ha orchestrato le bombe a Tripoli e io, a nome della Chiesa maronita, vi dico che la tragedia di Dahieh e quella di Tripoli sono nostre tragedie, perché siamo un solo corpo e una sola famiglia".

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