17/09/2018, 08.54
LIBANO
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Patriarca maronita: un ‘governo neutrale di emergenza’ per superare egoismi e divisioni

Il card. Raï lancia un appello al presidente e alle forze politiche per “iniziare a ricostruire” il processo di “unità nazionale”. Necessario “accelerare i tempi” per la nascita dell’esecutivo. Nessuno "ha il diritto di sentirsi escluso". Sulla crisi economica pesa un debito pubblico superiore a 80 miliardi. 

Beirut (AsiaNews/Agenzie) - “Un governo neutrale di emergenza” a cui spetta il compito di “iniziare a ricostruire” il processo di “unità nazionale”. Lo ha invocato ieri il patriarca maronita, il card. Beshara Raï, durante la messa domenicale celebrata nel contesto di una visita pastorale a nord della capitale, Beirut. “Invitiamo il presidente [Michel Aoun] e il premier incaricato [Saad Hariri] ad accelerare la formazione dell’esecutivo” e “diciamo loro che è inaccettabile procrastinare” oltremisura i tempi. 

Nel maggio scorso il presidente Aoun ha affidato al Primo Ministro uscente Hariri l’incarico di formare il nuovo governo. Tuttavia, i suoi sforzi hanno incontrato opposizioni interne e resistenze da più parti del fronte politico interno. 

Il 3 settembre il premier ha consegnato al capo di Stato una lista di ministri; a distanza di poche ore è arrivata la risposta dell’ufficio di Aoun, che in una nota ha avanzato “perplessità e osservazioni” fondate su “principi e criteri” legati alla “struttura” del governo e agli “interessi” del Paese. 

Nel fine settimana lo stesso Hariri ha rinnovato la speranza di poter appianare le divergenze e ufficializzare la nuova squadra di governo. “Credo che tutti i partiti politici - ha sottolineato - possano realizzare le sfide che dobbiamo affrontare da un punto di vista economico, ambientale, sotto il profilo della sicurezza e regionale”. La sfida maggiore, ha aggiunto, è quella economica su cui pesa un debito pubblico superiore agli 80 miliardi. 

In questo contesto di criticità si leva la voce del capo della Chiesa maronita, che rilancia l’impegno comune per lo sviluppo del Libano e dei suoi cittadini. “Non vi è alcuna giustificazione - ha dichiarato il presule dalla regione di Iqlim al-Kharroub - per il fallimento nella formazione [dell’esecutivo]” e vanno per questo superati divisioni, interessi personali ed egoismi. Nessuno ha “il diritto”, ha concluso il card. Raï, di “astenersi” dal contribuire alla formazione del governo e della nazione libanese, sul quale pesano giochi di potere e lotte interne su quote e poltrone. 

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