21/10/2006, 00.00
MEDIO ORIENTE
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Patriarchi cattolici: è l'instabilità politica che fa emigrare i cristiani d'Oriente

I capi delle Chiese mediorientali ribadiscono il carattere di collegamento tra cristianesimo ed islam delle loro comunità e chiedono al mondo musulmano una ferma condanna del terrorismo, che nuoce prima di tutto all'islam stesso.

Beriut (AsiaNews) - Combattere l'instabilità politica e le sue conseguenze sul piano economico, della sicurezza, del degrado sociale, del senso di alienazione psicologica e morale, cause fondamentali dell'emigrazione dei cristiani d'Oriente. L'affievolirsi della presenza dei cristiani in Libano, ma anche in Palestina, in Iraq e nell'intera regione, è stata al centro della 16ma assemblea dei patriarchi cattolici orientali, che si è tenuta nella sede del patriarcato armeno-cattolico a Bzommar e si è conclusa ieri.

Dedicata a "La Chiesa e la terra" l'assemblea ha riaffermato il carattere di collegamento che le Chiese orientali hanno tra cristianesimo ed islam, sostenendo la necessità che questo collegamento, che rende possibile il dialogo, non deve spezzarsi. Il Libano, aggiungono "resta una fonte di speranza" e "deve giocare un ruolo effettivo" nella costruzìone di un Oriente aperto alla convivenza. "Il nostro messaggio – si legge nel comunicato finale -  è in primo luogo quello di tutelare la convivenza di fronte all'agggravarsi del conflitto di culture e religioni".

Nel documento finale, esprimendo la loro solidarietà ai loro fedeli degli altri Paesi della regione, i capi delle Chiese cattoliche d'Oriente esortano "le istanze e le organizzazioni islamiche a condannare energicamente le azioni terroristiche che si commettono, a volte, in nome della religione musulmana". "Noi sappiamo – aggiungono – che il vero islam e il Corano sono incolpevoli di qualsiasi violenza. Queste azioni nuocciono non solo all'islam ma distruggono anche la convivenza che prosegue da tante generazioni, specialmente in Iraq".

I leader delle Chiese orientali auspicano inoltre che "i libanesi uniranno le loro fila e lavoreranno insieme nella ricostruzione di ciò che è stato distrutto (dalla guerra) per potere riottenere una vita normale". E rivolgendosi ai palestinesi e agli israeliani invitano i due popoli a fare il possibile per raggiungere una pace duratura".

Nel corso dei lavori, i patriarchi hanno anche approvato il principio della costituzione di un osservatorio dei diritti dell'uomo in Medio Oriente e rinnovato il loro appoggio ai mezzi di comunicazione audiovisiva della Chiesa.

All'incontro hanno partecipato: il maronita, Nasrallah Sfeir; il greco-melkita, Gregorio III Lahham; il copto, Antonios Nagib; il siro-cattolico, Boutros VIII Abdel Ahad; il latino di Gerusalemme, Michel Sabbah; il caldeo Emmanuel III Delly, oltre al padrone di casa, il patriarca armeno cattolico, Narsis Bedros XIX.

 

 

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