16/06/2014, 00.00
PAKISTAN

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Paul Bhatti: In Pakistan c'è un problema sicurezza, il governo è incapace di gestire l’emergenza

Il politico e attivista cattolico commenta gli ultimi, gravi fatti di sangue: l’attacco al tribunale della capitale, l’assalto all’aeroporto di Karachi e l’assassinio di un parlamentare cristiano. Serve una “soluzione condivisa” per garantire “protezione” ai cittadini. “Pace e unità” essenziali per rilanciare il Paese.

Islamabad (AsiaNews) - L'uccisione del parlamentare cristiano nel Beluchistan, l'attacco estremista all'aeroporto di Karachi e l'assalto al tribunale di Islamabad a marzo confermano "l'incapacità" dell'attuale governo di affrontare i problemi del Pakistan, in primis "la sicurezza". È quanto denuncia ad AsiaNews Paul Bhatti, ex ministro federale per l'Armonia nazionale e leader di All Pakistan Minorities Alliance (Apma). L'attuale esecutivo, in carica dal maggio 2013 e guidato dal premier Nawaz Sharif della Pakistan Muslim League-Nawa(Pml-N), "non è in grado di risolvere le problematiche del Pakistan odierno" aggiunge il politico e attivista cattolico. Egli auspica una "soluzione condivisa al più presto possibile", perché "i cittadini vengano protetti e sia garantita loro la sicurezza". Difatti, la recente ondata di violenze e il raid fondamentalisti allo scalo internazionale di Karachi, "sono responsabilità di uno Stato che è incapace di governare". 

Nei giorni scorsi un nuovo lutto ha colpito la comunità cristiana, in seguito all'omicidio di un parlamentare del Beluchistan, nel sud-ovest del Paese. Il 14 giugno Handery Masih è stato assassinato dalla sua guardia del corpo a Quetta, capoluogo della provincia; l'uomo era un attivista conosciuto e apprezzato nella lotta per i diritti umani, delle minoranze e non. Secondo testimoni oculari, Masih è stato colpito dalla guardia del corpo - al suo servizio da almeno 13 anni - mentre cercava di difendere il nipote da un assalto.  

L'uccisione di un giudice del tribunale della capitale, i morti all'aeroporto di Karachi, l'assassinio del parlamentare di Quetta sono "atti continui di violenza", sottolinea Paul Bhatti, senza che il governo "faccia nulla per proteggere" le vittime. Il leader Apma denuncia gli attacchi contro la minoranza cristiana, nella totale indifferenza dell'esecutivo. Gli episodi più gravi contro le minoranze, aggiunge, avvengono sempre quando al potere - a livello centrale o locale - vi sono membri della Pml-N, come avvenuto lo scorso anno a Lahore o a Gojra nel 2009.

Il precedente esecutivo, guidato dal Partito popolare pakistano (Ppp), ha cercato di imprimere una visione "laica al Paese"; di contro, l'attuale premier Sahirf è lo stesso che ha tentato di far approvare la legge islamica (sharia) nel 1999 - sventata grazie all'iniziativa di Shahbaz Bhatti, fratello di Paul, assassinato dagli islamisti nel marzo 2011 - e avallato la promulgazione delle leggi sulla blasfemia negli anni '80. È difficile "controllare la situazione", ammette Bhatti, però l'esecutivo "non è esente da responsabilità"; per questo egli auspica la nascita di un fronte comune, dai militari alle forze politiche, "che sia capace di imprimere una rotta decisa alla nazione". Bisogna trovare una nuova via, che sia garante "di pace e unità, che sappia mettere fine alle divisioni". "Il Pakistan è la sesta forza militare al mondo - sottolinea - e non è possibile che non sia in grado di controllare una minoranza estremista. Il Paese possiede capacità e potenzialità, ma serve una guida giusta e competente". 

Con più di 180 milioni di abitanti (di cui il 97% professa l'islam), il Pakistan è la sesta nazione più popolosa al mondo ed è il secondo fra i Paesi musulmani dopo l'Indonesia. Circa l'80% è musulmano sunnita, mentre gli sciiti sono il 20% del totale. Vi sono inoltre presenze di indù (1,85%), cristiani (1,6%) e sikh (0,04%). Le violenze contro le minoranze etniche o religiose si verificano in tutto il territorio nazionale, ma negli ultimi anni si è registrata una vera e propria escalation e che ha investito soprattutto i musulmani sciiti e i cristiani. 

 

 

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