13/07/2007, 00.00
CINA
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Pechino più severa contro gli espropri illeciti dei terreni agricoli

Il ministro per la Terra annuncia norme più rigide e maggiori controlli contro l’uso illegittimo di terre agricole da parte dei funzionari locali. Pechino fissa un limite minimo per la terra agricola. Ma gli abusi dei funzionari locali, causa di proteste sociali e petizioni, spesso sono puniti solo con multe.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Norme più rigide per impedire alle autorità locali di vendere in modo illegale i terreni agricoli. Il nuovo ministro per la Terra e le risorse Xu Shaoshi ha detto ieri, nella sua prima conferenza stampa, che il governo vuole mantenere un minimo di 120 milioni di ettari di terra coltivata, ma che “la situazione è fosca” perché non è mai cessato “un uso illegale della terra agricola”. I governi locali – prosegue – decidono quale sia l’uso più vantaggioso del terreno e quanta terra agricola debba rimanere in ogni provincia. Si tratta di un grosso potere e Xu è consapevole che la corruzione è diffusa. Nel 2005 l’ex ministro per la Terra Tian Fengshan è stato condannato all’ergastolo per corruzione. Occorre – dice Xu - che i governi locali compiano queste scelte insieme a Pechino. Il minimo di 120 milioni di ettari di terra agricola “è la linea di confine che nessuno può superare”.

Secondo gli esperti è il limite minimo perché le coltivazioni siano sufficienti per il consumo interno.

Gan Zangchun, vicecapo ispettore per il terreno, ha spiegato che le autorità locali hanno approvato l’80% dei casi accertati di uso illegale di terre agricole, spesso convertite ad uso industriale o residenziale. Nei primi 5 mesi del 2007 sono stati esaminati 24mila di questi casi relativi a 14mila ettari.

Ciò nonostante i casi accertati di corruzione sono rari: secondo Xu, dall’agosto 2005 al maggio 2007 ci sono state solo 98 indagini per corruzione dei responsabili del settore e appena 68 persone sono state incriminate. Ci sono scappatoie legali – osserva Xu – e la maggior parte dei responsabili per occupazioni o conversioni illegali della terra agricola è punita con multe, spesso molto inferiori al valore del terreno, invece che accusata di reati.

Il ministro conferma che “le controversie per i terreni” sono anche la principale causa delle petizioni che sommergono Pechino. In Cina i contadini che da generazioni coltivano un terreno non sempre hanno il diritto di far causa contro un’espropriazione illegittima del governo locale e in gran parte preferiscono rivolgere una petizione al governo centrale, sperando di essere ascoltati. La maggior parte delle oltre 70mila proteste sociali del 2006 è causata da espropriazioni indebite di terreni che, secondo i dati del ministero, nel 2006 sono state 131mila con riguardo a circa 100mila ettari di terreno, tra cui almeno 43mila ettari agricoli.

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