Pechino rimpatria 9 rifugiati nordcoreani, paura per la loro vita
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Il governo cinese ha rimandato in Corea del Nord 9 persone che avevano passato il confine settentrionale e cercavano rifugio nella parte sud della penisola. La decisione è stata presa nonostante le richieste di Seoul, che chiedeva di concedere loro lo status di rifugiati. La pena per chi cerca di fuggire dall'ultimo regime stalinista del mondo è la morte o una lunga detenzione in un campo di lavoro.
La conferma viene dalla stampa sudcoreana, che cita fonti nel nord. Un rifugiato, che ora vive vicino Seoul, racconta: "Mio fratello, rimasto a casa, mi ha chiamato per dire che nostra cugina era fuggita ma è stata presa dai cinesi e rimpatriata. Insieme a lei c'erano altre 8 persone". Pechino considera i nordcoreani sul proprio territorio dei "migranti economici" e non dei rifugiati.
Il presidente sudcoreano Lee Myung-bak ha protestato contro questa posizione e ha chiesto alle autorità cinesi di cambiare la propria politica al riguardo. Tuttavia, la Cina è rimasta l'ultimo partner politico della Corea del Nord e ha più volte asserito che non concederà nulla a chi cerca di scappare. Al momento è in dubbio la sorte di un altro gruppo, composto da 30 nordcoreani, catturato e imprigionato nel nord della Cina.
Dalla fine della Guerra di Corea (1950-1953) circa 21.700 nordcoreani sono fuggiti dal regime guidato dai Kim. La maggior parte di queste fughe è avvenuta negli ultimi due decenni, quando le folli politiche economiche di Pyongyang hanno portato il Paese sull'orlo del baratro.