19/10/2021, 13.04
CINA
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Pechino: gestibili i 300 miliardi di debiti di Evergrande (INFOGRAFICA)

Il grande gruppo immobiliare cinese rischia la bancarotta. Banca centrale: non vi è pericolo “sistemico”. Wall Street: non è un altro caso “Lehman Brothers”. Gli imprenditori cinesi spostano gli investimenti da quello edilizio ad altri settori. I lavoratori di Evergrande protestano per il mancato pagamento degli stipendi.

Pechino (AsiaNews) – Secondo il governatore della Banca centrale cinese Yi Gang le autorità possono contenere i rischi economici e finanziari di un fallimento di China Evergrande Group. Il gruppo immobiliare del Guangdong – uno dei più grandi del settore a livello mondiale – ha accumulato debiti per oltre 300 miliardi di dollari (257 miliardi di euro).

Il timore diffuso in Cina è che la crisi di Evergrande possa contagiare altre imprese del comparto. Tale paura è accresciuta dagli orientamenti di Xi Jinping, che per “raffreddare” il mercato immobiliare ha ordinato da tempo una stretta sui prestiti alle aziende del ramo. 

Evergrande ha 200mila dipendenti e in modo indiretto dalle sue attività dipendono altri 3,8 milioni di posti di lavoro in tutto il Paese. Al momento il gruppo gestisce 1.300 progetti in più di 280 città cinesi. Analisti osservano che parte delle sue disavventure dipendono da investimenti sbagliati in altri business, come auto elettriche, calcio (possiede la squadra più famosa della Cina), parchi giochi tematici, bevande e prodotti alimentari.

Yi fa notare che le passività di Evergrande sono distribuite tra centinaia di entità finanziarie, un fattore che limita il pericolo di contagio. Il comparto immobiliare e quello delle industrie a esso collegato vale il 30% del Pil cinese: circa 5mila miliardi di dollari (4.288 miliardi di euro). Di recente un’altra grande impresa immobiliare, Fantasia Holdings Group ha dichiarato bancarotta, mentre Sinic Holdings Group ha dichiarato di essere prossima al default.

Come per le istituzioni cinesi, anche per gli analisti di Wall Street la crisi immobiliare cinese è ancora gestibile, e non è paragonabile alla caduta della banca Usa Lehman Brothers nel 2008.

Nonostante queste rassicurazioni, AsiaNews ha appreso da diversi imprenditori cinesi che nel Paese vi è preoccupazione per un possibile rischio “sistemico” causato dal crollo di Evergrande. Per assicurarsi contro eventuali effetti negativi, molte imprese in Cina riducono gli investimenti nel comparto immobiliare, indirizzandoli in altri ambiti.

Un prezzo alto lo pagheranno i lavoratori. Con meno prestiti e meno investimenti il settore immobiliare è avviato a deprimersi. Come sottolineato poi dal China Labour Bulletin di Hong Kong, quest’anno si sono già avute tre azioni di protesta da parte del personale di Evergrande: chiedevano il pagamento degli arretrati, casi che con ogni probabilità si ripeteranno in futuro. Secondo il Clb, il sindacato ufficiale (legato al Partito comunista cinese) dovrebbe essere più reattivo nel rispondere alle richieste di chi lavora per la compagnia in crisi.

La salute dell’economia cinese non è però delle migliori. Dopo il recupero seguito alle prime fasi della pandemia da Covid-19, nel terzo trimestre del 2021 la crescita annua del Pil nazionale ha rallentato al 4,9%: tra aprile e giugno aveva segnato un +7,9%. Le imprese cinesi si aspettano problemi anche maggiori nei prossimi mesi, con i blackout energetici considerati una minaccia anche maggiore del possibile tracollo di Evergrande.

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