12/01/2005, 00.00
INDIA
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Peggiora ogni giorno la situazione degli orfani

di Nirmala Carvalho

Voci dai luoghi più colpiti dalla furia della "Domenica nera" denunciano i tentativi di "prendere" i bambini rimasti soli.

Nagapattinam (AsiaNews) – La situazione degli orfani in India peggiora di giorno in giorno, per la presenza costante di estranei, che spesso non sono disinteressati benefattori. Testimonianze dirette ad AsiaNews raccontano di individui che avvicinano i parenti o contrattano direttamente i bambini nei campi profughi e nei villaggi, violando totalmente ogni norma di adozione, indiana ed internazionale.

Uno degli abitanti di Nagapattinam, un villaggio del Tamil Nadu, denuncia "Arrivano persone da Salem, da Coimbatore, e pretendono di prendere e portare via i bambini. Noi non li lasciamo andare". Due sopravvissuti allo tsunami, Parmeshwaram e la moglie Chuamani, hanno perso 3 figli nella tragedia (oltre un terzo delle vittime sono bambini): ora si prendono cura a tempo pieno dei piccoli sopravvissuti. Parmeshwaram spiega che "in parecchi casi ci sono interessi economici dietro questa smania di adozione, perché il governo ha promesso un contributo di 500 mila rupie (circa 8700 euro; una somma enorme, tenendo presente che lo stipendio medio è di 50 dollari) per ogni orfano. Questi bambini hanno bisogno della loro gente, di posti che conoscono e della loro cultura per riuscire a rimuovere questo trauma".

Un responsabile di orfanotrofi a Nagapattinam dice che sta cercando di insegnare ai bambini i diversi modi di ‘toccare’ che hanno gli adulti. In questo modo possono proteggere sé stessi e gli amici da abusi e molestie.

La catastrofe ha provocato in questo distretto migliaia di vittime e di conseguenza migliaia di bambini rimasti senza famiglia e senza casa. Le richieste di adozione da tutto il mondo stanno letteralmente invadendo gli orfanotrofi della regione; eppure pochissime persone conoscono i bisogni reali delle piccole vittime.

Uno dei responsabili di un orfanotrofio del Tamil Nadu ha dichiarato ad AsiaNews che "c’è un forte legame che ora unisce questi bambini. Tutti hanno subito traumi tremendi, ma la vicinanza con i coetanei che hanno avuto la stessa sorte sembra aiutarli. Ancora più importante: sono circondati da persone che parlano la stessa lingua, hanno gli stessi usi e condividono le stesse paure. In uno strano modo, questa vita li sta aiutando quanto meno a parlare delle loro storie, facendo in modo che inizino il lento e lungo processo di riabilitazione". Una bambina, che vive in questo orfanotrofio, ha detto: "Aspettiamo il ritorno dei nostri parenti. L’orfanotrofio è solo una situazione temporanea. Noi vogliamo stare con persone che conosciamo, non andare via con estranei".

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