Pena di morte: Pechino al primo posto nelle esecuzioni

Il database dei tribunali cinesi contiene meno di un decimo dei casi riportati dai media. Nel 2016 giustiziate almeno 1.032 persone; erano 1.634 nel 2015. Il calo dovuto in gran parte ad un minor numero di esecuzioni registrate in Iran e Pakistan. Per la prima volta dal 2006, gli Stati Uniti non sono tra i primi a livello mondiale

Londra (AsiaNews/Agenzie) – Nel 2016, il numero di esecuzioni capitali registrate nel mondo è calato del 37 per cento rispetto all’anno precedente. A riferirlo è l’ultimo rapporto di Amnesty International sulla pena di morte. L’organizzazione per i diritti umani ritiene che la Cina abbia eseguito più condanne di tutti gli altri Paesi messi insieme. Tuttavia, la mancanza di dati affidabili da Pechino impedisce di stabilire un numero preciso.

L’organizzazione internazionale afferma che, nonostante la promessa cinese di una maggiore trasparenza sull’utilizzo della pena capitale, il database dei tribunali nazionali contiene meno di un decimo dei casi riportati dai media. Nel suo rapporto annuale sulle esecuzioni pubblicato ieri, Amnesty riporta che nel database si è riusciti a risalire solo a 26 casi, mentre dai rapporti dei media risulta che lo scorso anno in Cina siano avvenute almeno 305 esecuzioni.

Per Amnesty nel 2016 nel mondo sono state giustiziate almeno 1.032 persone, in calo dalle 1.634 del 2015. Cio è dovuto in gran parte ad un minor numero di esecuzioni registrate in Iran e Pakistan. Nonostante un minor numero di condanne a morte, Iran e Pakistan rimangono nella top five della lista, insieme alla Cina, l'Arabia Saudita e l'Iraq.

Per la prima volta dal 2006, gli Stati Uniti non sono tra i leader a livello mondiale, scendendo al settimo posto dietro l'Egitto. Lo scorso anno Washington ha giustiziato 20 persone, il numero più basso dal 1991.