12/01/2011, 00.00
INDIA
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Pensatore indiano: i governi dell’Asia ascoltino le parole del Papa

di Nirmala Carvalho
Il dott. Ram Puniyani, esperto di Ingegneria biomedica e autore di libri sulla tolleranza religiosa e i pericoli del fondamentalismo in India dà un giudizio molto positivo sul discorso di Benedetto XVI al corpo diplomatico.

Mumbai (AsiaNews) – I governi dell’India, del Pakistan e dell’Asia in generale devono ascoltare quello che il Papa ha detto sulla libertà religiosa. E’ questa l’opinione di una voce laica dell’India, quella del dott. Ram Puniyani, già professore di Ingegneria biomedica all’Istituto indiano di tecnologia a Powai. AsiaNews l’ha intervistato in esclusiva, e gli ha chiesto un commento sul discorso che Benedetto XVI ha tenuto al corpo diplomatico il 10 gennaio scorso. (10/01/2011 Papa: la libertà religiosa aggredita da terrorismo ed emarginazione).

“Il discorso del Papa al corpo diplomatico deve essere visto nel contesto di una crescita dell’intolleranza religiosa in molti paesi del continente”, ha detto Ram Puniyani, che ha proseguito: “In Pakistan abbiamo il caso di Asia Bibi, condannata a morte; in India vediamo una violenza continua contro i cristiani in molte zone. L’India è stata testimone della violenza intimidatoria anti-cristiana guidata dai politici Hindutva in Gujarat, in Orissa, Madhya Pradesh e in Rajasthan. In Orissa abbiamo assistito all’orribile rogo del pastore Graham Stains; e poi abbiamo visto la violenza in Kandhamal, che ha portato alla morte di quasi 400 cristiani”.

Il dott. Ram Puniyani ha così concluso: “Tutti questi eventi pongono le minoranze in una situazione di minaccia, quando si tratta di predicare e praticare la propria fede. Non posso che sperare che le parole del Papa rendano i governi di questi Paesi più sensibili ai diritti religiosi delle minoranze”. Puniyani ha scritto tre libri in tema di tolleranza religiosa. “Fascismo del Sangh Parivar”, “L’altra guancia”, e “La politica nazionalistico-religiosa”. Per anni ha alternato l’insegnamento con il lavoro sociale. Poi, il 6 dicembre del 1992 ha fatto una scelta, e ha lasciato l’insegnamento. “Quella notte qualche cosa dentro di me è scattato. La distruzione della Babri Masjid [ la moschea di Ayodhia, distrutta nel 1992, che ha provocato scontri fra indù e musulmani, con oltre 2 mila morti - ndr] è risuonata in me come una campana a morto per la nostra società”. Il dott. Puniyani è inserito fra i “nemici della nazione indù” dal sito hinduunity.org gestito dal Sangh Parivar.

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