15/03/2007, 00.00
INDIA
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Per fermare gli infanticidi il governo darà contributi per le figlie femmine

di Nirmala Carvalho
Molte tribù rurali praticano l’infanticidio delle figlie femmine, anche per evitare di dover poi provvedere a costose doti. Ora il governo vuole provvedere alle loro spese.

New Delhi (AsiaNews) – Per combattere aborti e infanticidi selettivi, il governo studia di dare alle bambine una copertura assicurativa che comprenda l’assistenza sanitaria e l’istruzione. Lo ha rivelato ieri la Lok Sabha (la Camera bassa del parlamento indiano).

Renuka Chowdurry, ministro per le Donne e lo sviluppo dell’infanzia, spiega che “la proposta è compresa nell’11mo piano finanziario quinquennale e vuole assicurare la sopravvivenza e soprattutto lo sviluppo delle bambine”. Proprio per questo “il finanziamento prevede quattro condizioni essenziali: la nascita e la registrazione della bambina, la sua vaccinazione, che frequenti la scuola e che non si sposi prima dei 18 anni”.

Presso molte popolazioni tribali le figlie femmine sono considerate solo un peso e la mentalità sociale ne ammette sia il feticidio che l’infanticidio. Nel 2006 in un piccolo villaggio del distretto di Ranga Reddy, a 80 km. da Hyderabad (Andhra Pradesh), 11 neonate sono state lasciate morire di fame dai genitori. Molti tribali  sono soliti avvolgere la bambina non voluta dentro stracci e lasciarla morire.

Secondo la stampa locale Jarpula Peerya Nayak, padre di 27 anni, ha detto che “mia moglie per la terza volta ha avuto una bambina. Una figlia femmina è un peso e abbiamo deciso di non darle da mangiare. Così è morta”. “E’ davvero difficile crescere una bambina e trovarle marito”.

Il 25 febbraio anche suo cugino J. Ravi e la moglie hanno lasciato morire di fame la loro neonata. “Mia figlia – racconta Ravi – è morta due giorni dopo la nascita, perché non l’abbiamo nutrita”. “Abbiamo già due figlie, non possiamo permetterci di averne un’altra”. Un tribale spiega che quale dote della figlia dovrà dare “uno scooter, 5 o 6 tola [58-70 grammi] d’oro e 50 mila rupie, per avere un buon marito”.

Dopo la morte, i tribali scavano una fossa e ci seppelliscono la neonata, con sopra una pietra. I cani hanno scavato la fossa e mangiato parte del corpo della figlia di Ravi, così l’hanno seppellita di nuovo. La maggior parte delle 40 famiglie del villaggio hanno assistito a simili episodi o li hanno commessi, molte coppie dopo avere già avuto 2 o più figlie femmine. Jarpula Lokya Nayak ha fatto morire di fame due figlie.

L’infanticidio femminile è praticato anche in altre zone, come a Rokatigutta Tanda nella zona di Ipavapalli, a Gorigadda Tanda nel K. Samudram e a Nerellagadda Tanda.

Il 9 marzo un insegnante di Gorigadda Tanda ha impedito a K. Buggamma e a Panda Nayak di uccidere una neonata, la loro quinta figlia. Rajesh Rathod, maestro della locale scuola primaria superiore, racconta che “Beggamma aveva detto che avrebbe ucciso la bambina se era femmina. Dopo la nascita le abbiamo detto che Lakshmi [la divinità indù della salute e della bellezza] era venuta nella sua casa. Solo dopo questo ha preso a nutrire la bambina”.

Y.B.N. Avataram, viceamministratore della zona di Kulkacharla, distretto di Rangareddi, spiega che in genere si ha notizia degli infanticidi solo dopo tempo e che in genere “gli abitanti ci dicono che i bambini sono nati morti o erano immaturi”. Per esempio Keshulamma, una donna di Cheruyu Mundali, ha detto che tutte le sue 11 figlie femmine sono “morte” poco dopo il parto.

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