05/11/2013, 00.00
NEPAL – INDIA
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Per festeggiare il Diwali, Nepal e India ‘perdono’ un mese di energia elettrica

di Kalpit Parajuli
La magnificenza della “festa delle luci”, tipica della religione indù, costa troppo. Entrambi i Paesi non sono ancora autosufficienti nel settore energetico: l’India importa dal Bhutan, e il Nepal dalla stessa India. Nel quinto giorno si celebra l’amore fraterno.

Kathamandu (AsiaNews) - In India e in Nepal cinque giorni di festa consumano quanto un intero mese di energia elettrica: è quanto accade ogni anno durante il Diwali, la "festa delle luci", la ricorrenza più importante e sfarzosa del calendario indù. Oggi, quinto e ultimo giorno di festival, le persone celebrano il Bhai Tika, il momento in cui fratelli e sorelle si incontrano e si scambiano doni.

Le celebrazioni del Diwali sono note per la loro magnificenza, resa proprio dall'uso di centinaia di migliaia di luci. Entrambi i Paesi però non sono ancora autosufficienti in campo energetico e le celebrazioni gravano sulle tasche - e sulla vita quotidiana - delle persone. In effetti, anche se l'India sta costruendo centrali nucleari per alimentare le proprie industrie, è costretta a importare energia elettrica dal Bhutan. A sua volta, il Nepal la importa dall'India per il suo fabbisogno quotidiano.

Secondo la tradizione, il Diwali festeggia il ritorno ad Ayodhya (Uttar Pradesh) del principe Rama, dopo aver sconfitto il demone Ravana e salvato sua moglie Sita. Insieme, i due entrano nella città accolti da migliaia di lampade accese. Per gli indù, Rama rappresenta la settima manifestazione (avatar) del dio Vishnu, il tutto, e Sita è l'incarnazione di sua moglie Lakshmi. Le avventure del principe sono raccontate nel Ramayana, uno dei più importanti poemi epici dell'induismo.

Secondo la tradizione, il Bhai Tika commemora il giorno in cui Yama, signore della morte, visita la sorella Yami (il fiume sacro Yamuna). Yami accoglie Yama con un Aarti e festeggiano insieme. Prima di andarsene Yama, lascia un dono a sua sorella. L'Aarti è un rituale, durante il quale viene accesa una fiamma di canfora e la luce emanata è offerta alla divinità. 

 

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