21/08/2009, 00.00
CINA
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Per i 60 anni della Repubblica cinese cresce il controllo di spie, esercito e polizia

Annunciate misure eccezionali, da una ferrea vigilanza dell’esercito nelle regioni di etnie minoritarie al controllo capillare su migranti e chiunque causi “disordine”. Le autorità dicono che vogliono prevenire attentati. Ma molti vi ravvisano piuttosto la volontà di zittire ogni dissenso.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La polizia di Pechino vuole coinvolgere 800mila residenti in un controllo capillare contro il crimine e per la pubblica sicurezza, in vista del 60° anniversario della fondazione della Repubblica popolare di Cina, che cade il 1° ottobre. Ma esperti ritengono che il pericolo sia un giro di vite contro migranti ed etnie minoritarie come gli uighuri.

Il controllo capillare nella città attraverso informatori vuole soprattutto evitare possibili proteste e contestazioni, in occasione delle grandiose celebrazioni previste. Il 17 agosto Meng Jianzhu, ministro per la Sicurezza pubblica, ha chiamato l’intera Nazione a mobilitarsi e a vigilare “contro tutte le forze ostili” per garantire la massima sicurezza.

Le autorità vogliono “prevenire” ogni occasione di disordine: chi a Pechino compra materiale infiammabile sarà identificato e registrato e ai benzinai è vietato vendere benzina in contenitori di plastica. Ma gli stessi media statali, come il China Daily, indicano il maggior pericolo nelle “forze terroriste, estremiste e separatiste”, come gli etnici uighuri, che vanno individuate e stroncate “prima che realizzino azioni concrete”, ha ancora detto Meng.

L’agenzia statale Xinhua riporta dati quasi da guerra civile: la settimana scorsa la polizia ha sequestrato 19mila fucili e pistole e 500 tonnellate di esplosivo presso artificieri illegali e ha arrestato oltre 5200 sospetti.

Anche il ministro per la Difesa Liang Guanglie ha chiamato l’esercito a un duro impegno contro le “tre forze” nella regione dello Xinjiang, in questo modo manifestando la volontà di un ferreo regime militare, anche nelle altre regioni ora sotto controllo dell’esercito: aree zone tibetane di Qinghai, Gansu e Shaanxi e il Ningxia della minoranza etnica Hui.

A Pechino, la polizia censirà e controllerà i migranti e gli appartenenti a minoranze etniche che qui risiedono da poco tempo. La vigilanza da parte dei cittadini volontari sarà svolta soprattutto nelle zone dove minore è il controllo della polizia, come le vecchie aree residenziali, i quartieri dei migranti, le zone a confine tra città e campagna, le aree dei pubblici servizi dove transita più gente e ai luoghi dove sono commessi più reati.

Già in occasione delle Olimpiadi di agosto 2008, la capitale ha coinvolto decine di migliaia di cittadini per aiutare organizzatori e forze di pubblica sicurezza, con buoni risultati.

Secondo i media, la polizia terrà 32mila incontri con gruppi di cittadini nei prossimi due mesi, presso comitati di quartiere, associazioni, circoli privati, enti ricreativi, unioni commerciali e simili, per monitorare la situazione e per invitare i cittadini a fare attenzione, segnalando fatti di violenza e criminosi.

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