16/07/2007, 00.00
PAKISTAN
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Per i talebani è finita la tregua in Waziristan: almeno 47 morti in due attacchi suicidi

di Qaiser Felix
Week-end di sangue con tre attentati esplosivi contro esercito e polizia, nel nord del Paese. I talebani, in un volantino dichiarano che riprendono le ostilità. L’esercito concentra truppe nella zona per timore di una “guerra santa”. Il parere di un sacerdote nella zona.

Islamabad (AsiaNews) – In volantini distribuiti ieri a Miranshah, capitale del Waziristan settentrionale, la Shura (Consiglio) dei Talebani dichiara “finito l’accordo” di pace firmato con  il governo pakistano nel settembre 2006. La tregua aveva posto fine a due anni di scontri e aveva anche ostacolato gli attacchi nel vicino Afghanistan.

Insieme all'annuncio, sono arrivati due attacchi suicida a Swat e Dera Ismail Khan, nella Provincia della frontiera nordoccidentale, che hanno provocato oltre 47 morti, tra cui 13 poliziotti e 12 guardie di sicurezza, e più di 100 feriti.

“Noi – si legge nel volantino – abbiamo accettato la tregua con il governo per salvare le vite e le proprietà della popolazione, ma oggi annunciamo la fine della tregua proprio per l’utilità della popolazione”. Da tempo il governo ha schierato molti soldati nella zona, nel timore di una “guerra santa” per vendicare l’attacco ai militanti della Moschea Rossa la scorsa settimana con 102 morti. Molti dei militanti morti nella Moschea sono ritenuti venire dal nordovest del Paese. Ieri un attentato suicida ha causato almeno 26 morti e più di 50 feriti vicino a un centro per il reclutamento di poliziotti. Due auto imbottite di esplosivo sono esplose mentre passava un convoglio militare, con almeno 21 morti e 47 feriti. Il 14 luglio un altro attacco suicida a un convoglio militare a Daznary ha ucciso 24 persone e ne ha ferite almeno 30.

Il presidente Pervez Musharraf e il primo ministro Shaukat Aziz hanno sollecitato la Nazione a lavorare insieme per combattere “il flagello dell’estremismo e della militanza” armata. “Una volta ancora – ha detto Musharraf – mi appello a tutti i pakistani perché cooperino con le forze pubbliche per sradicare l’estremismo e la militanza”.

Padre Bonnie Mendes, sacerdote cattolico di Faisalabad, ha espresso “condanna per ogni omicidio. Noi promuoviamo una cultura di vita, non di morte, qualsiasi omicidio per qualsiasi ragione è male. Questi attacchi suicidi sono una tragedia e speriamo che la gente di tutte le fedi si opponga a questo male. Non credo che questi attacchi siano collegati in modo diretto con la recente operazione armata contro la Moschea Rossa, perché tensioni e problemi già erano vivi in varie parti del Paese. Non possiamo accusare solo un gruppo, perché le differenti popolazioni hanno diversi modi di agire e l’estremismo ne è espressione”.

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