07/04/2008, 00.00
MYANMAR
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Per la giunta birmana c'è “rischio attentati”, ma è solo un pretesto

Ad un mese dal referendum costituzionale, sui quotidiani di Stato parte la nuova campagna della giunta per diffamare i sostenitori della democrazia nel Paese, definiti “terroristi e anarchici”. Preoccupanti “refusi” nel testo della nuova Costituzione.
Yangon (AsiaNews) – Come l’allato cinese anche il Myanmar taccia di “terrorismo” i sostenitori di diritti civili e democrazia per poter ulteriormente giustificare la repressione interna. In vista del referendum sulla nuova Costituzione, previsto per maggio, il regime militare ha dato il via ad una nuova campagna sui media di Stato, che avvertono di un concreto rischio attentati. E mentre ancora non si conosce per intero la nuova Carta, né la data dell’appuntamento elettorale, aumentano i timori che la giunta abbia “rivisto” il testo in modo da non consentire alcuna modifica costituzionale dopo l’approvazione popolare.
 
Lo scorso 5 aprile quotidiani come “The New Light of Myanamr”, organo di stampa del governo, hanno scritto che “terroristi potrebbero far esplodere bombe durante il referendum”. Segue poi un riferimento esplicito ai membri della Lega nazionale per la democrazia (Nld), il partito della leader democratica Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari. Si parla di un complotto scoperto in seguito all’arresto di un non identificato attivista della Nld, trovato il mese scorso in possesso di esplosivo. Gli articoli avvertono che elementi sovversivi “chiedono democrazia mentre commettono atti terroristici ed anarchici”.
 
Il referendum rientra nella cosiddetta “road map” avviata dai militari verso la democrazia; ma che col tempo si è chiaramente trasformata in uno stratagemma per prendere tempo davanti alle pressioni internazionali. Dissidenti, monaci buddisti e la Lega di Aung San Suu Kyi hanno tutti in coro chiamato a votare “no” per la nuova Costituzione, che andrà solo a rafforzare il potere dei generali. Il mistero continua peraltro ad avvolgere il testo su cui si devono esprimere i cittadini tra un mese. Sembra che il documento presenti dei refusi, probabilmente non accidentali, secondo cui future modifiche costituzionali necessiterebbero l’approvazione (irrealistica) di “tutto il corpo elettorale” e non della maggioranza semplice. Posta in questi termini la clausola blinderebbe la Carta senza lasciare spazio a ritocchi successivi.
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