08/01/2007, 00.00
CINA
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Per la prima volta il tribunale dà ragione ai contadini contro la polizia

Nel Zhejiang importante vittoria contro la polizia che non tutela i diritti dei contadini, violati dalle fabbriche inquinanti. Plauso degli ambienti giuridici, ma ora gli agricoltori si chiedono chi risarcirà i gravi danni subiti.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Per anni i contadini di Wenzhou (Zhejiang) hanno chiesto alla polizia di intervenire contro le grandi imprese che inquinano i loro terreni, senza ottenere risposta. Ora il Tribunale ha ordinato di far luce su questa omissione di intervento.

 

Il 4 gennaio scorso la Shangchen District Court di Hangzhou ha ordinato alle superiori autorità di polizia del Zhejiang di  accertare perché l’Ufficio di pubblica sicurezza della città ha ignorato le denunce dei contadini locali i cui bacini di piscicoltura sono stati rovinati dall’inquinamento delle vicine fabbriche.

Tra il 2003 e il 2004 oltre 367 ettari di bacini sono stati inquinati da circa 2mila fabbriche della zona, con perdite per oltre 170 milioni di yuan. Nell’aprile 2006 la proprietà dei terreni ha ordinato la distruzione dei bacini perché molto inquinati. La nuova richiesta d’intervento dei contadini alla polizia è pure rimasta senza esiti. Allora si sono rivolti alla sede giudiziale e ad ottobre è iniziata la causa.

 

Un contadino che non vuole essere nominato ha commentato al South China Morning Post di Hong Kong che ora sperano anche di ottenere un risarcimento. “Abbiamo chiamato in giudizio i funzionari – spiega – perché non hanno fatto il loro dovere, ma la causa non li ha fatti muovere. Non hanno paura del giudizio e la loro tattica è procrastinare” qualsiasi intervento.

 

I contadini, dopo essere stati ignorati dalla polizia, si rivolsero all’Ufficio del Zhejiang per la protezione ambientale, senza maggiori risultati. Solo nel giugno 2006 la centrale Amministrazione per la protezione ambientale dello Stato (Sepa), interpellata in via diretta dagli agricoltori, ha chiesto accertamenti agli organi locali.

 

In Cina sono inquinati il 90% di fiumi e laghi; 320 milioni di contadini (il 34% della popolazione rurale) non ha accesso a fonti di acqua potabile, oltre 190 milioni bevono acqua inquinata oltre i limiti consentiti. La protesta per l'inquinamento è tra le principali cause delle oltre 87mila proteste pubbliche avvenute nel 2005, molte sfociate in scontri di piazza con la polizia. Spesso simili proteste nascono dopo che petizioni ai poteri ufficiali (polizia, governo, giudici) non hanno dato risultati.

 

Yuan Yulai, legale dei contadini, applaude la sentenza come segno di progresso e come dimostrazione che “la Corte ha una precisa comprensione dei principi del diritto”.

 

Yang Jianshun, professore di Diritto all’università Renmin, commenta che ora i cittadini sono più consapevoli dei loro diritti. “Prima – dice – la popolazione era timorosa, senza le capacità e la volontà di fare causa a una pubblica amministrazione, ma ora cresce la consapevolezza di come tutelare i propri diritti”. (PB)

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