27/08/2010, 00.00
CINA
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Per le Olimpiadi delle arti marziali, Pechino mette i dissidenti agli arresti

Dissidenti e democratici allontanati dalla città o messi sotto sorveglianza prima che Pechino ospiti l’evento sportivo. La potente Cina teme sempre di più qualsiasi protesta e “toglie di mezzo” i dissidenti numerose volte l’anno.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Qi Zhiyong è disabile per le ferite riportate a piazza Tiananamen la notte del 3-4 giugno 1989, quando l’esercito stroncò in un bagno di sangue le proteste pro-democrazia degli studenti. Il 24 agosto la polizia lo ha caricato in auto e portato da Pechino a un’ignota destinazione agli “arresti domiciliari”.

Qi Zhiyong (v. foto) nella notte del massacro è stato colpito alla gamba da una pallottola. È stato trasportato in ospedale solo dopo tre ore. La gamba intanto si era infettata e i dottori hanno dovuto amputarla.All’agenzia Radio Free Asia, Qi racconta che “la polizia dice che è a causa degli SportAccord Combat Games”.

Gli SportAccord Combat Games, prima competizione internazionale di arti marziali, avranno luogo a Pechino dal 28 agosto al 4 settembre. Partecipano migliaia di atleti di tutto il mondo su 13 diverse discipline, dal taekwoondo coreano al kung fu cinese al muaythai o box tailandese. Sono chiamati le “Olimpiadi delle arti marziali” e vogliono favorire l’ammissione di nuovi sport ai Giochi Olimpici. L’evento sarà coperto dalle televisioni di tutto il mondo. Questa settimana è venuta a Pechino la star di Hollywood Jackie Chan, esperto di kung fu, per registrare una canzone che sarà l’inno della competizione. Chan di recente ha girato il film The Karate Kid, ambientato in una Cina moderna, prosperosa, tecnologica e senza particolari problemi, che deve ancora uscire sugli schermi.  

Qi spiega che la polizia allontana da Pechino tutti i democratici e i dissidenti, per impedire proteste pubbliche. Gli hanno detto che “con probabilità sarò libero all’inizio di settembre. Loro stessi ignorano quando”. “Tramite Twitter ho mandato un messaggio a Li Jinping, che voleva tenere una dimostrazione”, “per la riabilitazione dell’ex premier Zhao Ziyang, per il ripristino delle [garanzie previste dalla] Costituzione cinese e per un maggior potere politico alla popolazione”.

Li è un dissidente che da anni lotta per ottenere la riabilitazione pubblica dell’ex premier Zhao, caduto in disgrazia per essersi opposto all’uso dell’esercito contro il movimento studentesco del 1989 e morto nel 2005 agli arresti domiciliari.

Qi fa un lungo elenco di altri democratici e dissidenti posti in questi giorni sotto sorveglianza o agli arresti domiciliari, come Wang Xueqin, Hu Shigen, Gao Hongming e Liu Shasha. Egli osserva che simili “retate” prima avvenivano solo in occasione di eventi e anniversari di rilievo politico. Mentre ora sono fatte anche per un evento sportivo come i Combat Games.

“La polizia – spiega – ha detto che è un evento internazionale con tanti visitatori stranieri, che è la prima volta che si svolge a Pechino e che deve prendere misure di sicurezza”.

Il dissidente Wu Tianli dice che ormai la polizia mette sotto controllo i possibili contestatori prima di qualsiasi evento, “non importa se di maggiore o minor rilievo”. “In precedenza [la polizia] poteva metterti sotto sorveglianza un paio di volte l’anno. Ora sono 4 o 5 volte. Ci metteranno sotto sorveglianza per ogni cosa”.

Da Pechino, lontano da tutto questo, Chan dice al quotidiano statale China Daily che egli ama il wushu (kung fu) e che spera che sia inserito nelle Olimpiadi. E’ proprio un’altra Cina.

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