20/06/2008, 00.00
INDIA – ONU
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Per migliorare la salute del pianeta, bisogna garantire una migliore qualità di vita delle persone

di Nirmala Carvalho
Durante il congresso internazionale Tunza 2008, che riunisce studenti e insegnanti da 105 nazioni, il portavoce della delegazione indiana Tarumitra ribadisce lo stretto legame fra “persone e ambiente”. Necessario ridurre le emissioni di CO2 e puntare su fonti di energia alternative.

New Delhi (AsiaNews) – Ridurre in modo drastico le emissioni di CO2, abbandonare l’uso del carbone e puntare su fonti di energia alternative, tornare a uno stile di vita più semplice e vicino alla natura, garantendo una migliore qualità di vita alle persone, in particolare nel Terzo mondo: sono alcuni dei temi trattati nel corso del summit organizzato dalle Nazioni Unite in corso di svolgimento a Satavanger, in Norvegia, e che riunisce studenti, genitori e insegnanti provenienti da 105 diverse nazioni.

Al congresso internazionale Tunza 2008 partecipa una delegazione di 21 ragazzi indiani dell’associazione “Tarumitra” – Amici degli alberi, fondato a Patna nel 1988, presente oggi in migliaia di scuole e istituti del Paese – guidati da p. Robert Robert Athickal, gesuita ed esperto di ecologia, fondatore e direttore del Movimento studentesco per l’ambiente Tarumitra.

Raggiunto al telefono da AsiaNews p. Athickal, insignito nel mese di maggio della Laurea Honoris Causa per il suo impegno in materia di ambiente dal College statunitense della Santa Croce, ha illustrato i temi salienti del congresso con un occhio di riguardo per l’India:

Quanto può contribuire il summit a diffondere le tematiche in materia di ambiente?

Conferenze di questo tipo contribuiscono a sensibilizzare i nostri ragazzi che un domani dovranno prendere decisioni fondamentali, dando vita a un network su scala globale che sia di reciproco aiuto, confronto e sostegno. Per i figli del terzo mondo, in particolare, è essenziale per aprire gli occhi sul proprio stile di vita e la realtà sociale che li circonda.

Che impatto avrà sull’India?

Il numero dei delegati è molto limitato, solo 21 elementi, quindi non credo avrà una notevole risonanza. Ciò detto, va comunque sottolineato il fatto che questi ragazzi hanno saputo creare una rete che collega oltre 1200 scuole e istituti del Paese; il messaggio che uscirà a conclusione del vertice verrà diffuso attraverso newsletter, contatti e passaparola. Del resto le Nazioni Unite hanno accordato uno status speciale ai rappresentanti del Tarumitra, perché stanno facendo un lavoro encomiabile in tema di ambiente.

Proprio in tema di ambiente, qual è la realtà attuale del Paese?

L’India ha in agenda una serie di iniziative atte a favorire lo sviluppo economico che non tengono in considerazione le realtà più povere, la tutela dell’ambiente, la salvaguardia delle foreste, della biodiversità, delle risorse idriche… la diffusione di CO2 è a livelli elevati, e la scelta di realizzare nuove reti viarie sacrificando intere aree boschive non aiuta.

Quali sono le possibili iniziative per migliorare la situazione?

La speranza è posta nelle mani di una sparuta minoranza di persone, che dimostrano di avere a cuore le tematiche ambientali. C’è un collegamento diretto fra la povertà e il deterioramento dell’ambiente: per migliorare il livello di salute del pianeta, bisogna al contempo garantire una migliore qualità di vita delle persone. Un plauso va inoltre a iniziative di questo tipo, che riuniscono attorno a un tavolo ragazzi di tutto il mondo che si confrontano in materia di ecologia, analizzando gli stili di vita nei vari Paesi e il loro impatto ambientale, le problematiche più stringenti, gli squilibri sociali e le disparità.   

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