02/03/2021, 08.51
CAMBOGIA
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Phnom Penh, 25 anni in contumacia per ‘tentato golpe ‘ all’oppositore Sam Rainsy

Assieme a lui condannati - sempre in contumacia - altri otto esponenti del Cambodia National Rescue Party, fra cui la moglie. Gli imputati privati dei diritti civili, non potranno partecipare alle elezioni nel 2022 e 2023. Attivisti ed esperti parlano di sentenza di natura politica. Il disciolto partito annuncia battaglia.

Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) - Un tribunale cambogiano ha condannato Sam Rainsy in contumacia a 25 anni di carcere. Il leader dell’opposizione (in esilio a Parigi) e capo del disciolto Cambodia National Rescue Party (Cnrp), era accusato di “tentato golpe”. Alla sbarra anche altre otto personalità di primo piano dell’opposizione, anch’esse condannate in contumacia a pene fra i 20 e i 22 anni di prigione; essi inoltre, non potranno più candidarsi in occasione di future elezioni perché banditi dalla vita politica attiva della nazione. 

Alla base della condanna vi sarebbe il tentativo di “colpo di Stato” architettato nel 2019, in occasione del mancato rientro in patria dal suo esilio parigino. Le altre otto persone condannate sono la moglie di Rainsy Tioulong Saumura, Eng Chhai Eang, Mu Sochua, Ou Chanrith, Long Ry, Nuth Romdoul, Ho Vann e Men Sothavarin. 

Interpellato da Radio Free Asia (Rfa) Sam Rainsy ha parlato di decisione “motivata sul piano politico” ed emessa da “fantocci” nelle mani “del Primo Ministro Hun Sen”. “I nostri avvocati - prosegue - studieranno la sentenza, ma non ci facciamo molto affidamento perché sappiamo essere basata su uno stratagemma”. “Siamo concentrati - conclude - nella lotta per la democrazia. Una volta riportata la democrazia nel Paese, sarà anche la fine dei fantocci nei tribunali e della dittatura”. 

Negli ultimi anni almeno 150 membri del disciolto Cnrp sono finiti alla sbarra per “tradimento” o “istigazione” alla rivolta, la maggior parte dei quali per aver espresso in modo pubblico il sostegno al ritorno di Rainsy. In una nota i rappresentanti del partito “negano con forza” tutte le accuse contro i vertici e “respingono al mittente con risolutezza” la sentenza della Corte, evidenziando una serie di violazioni alle procedure, ai diritti degli imputati e a un giusto processo.

Rainsy vive in esilio volontario a Parigi dal 2015, per sfuggire ad una serie di accuse che sostiene essere politicamente motivate. Ad agosto 2019, il politico ha annunciato che sarebbe tornato in patria insieme ad alti esponenti del Cnrp il 9 novembre, giorno del 66mo anniversario dell’indipendenza cambogiana dalla Francia, per guidare la “restaurazione della democrazia” nel Paese, dove da decenni governa il primo ministro Hun Sen. Tuttavia, egli è stato bloccato all’aeroporto prima della partenza. 

Analisti e attivisti bollano come “motivata sul piano politico” la condanna a Rainsy e agli altri otto esponenti dell’opposizione. Seng Sary spiega che il verdetto è solo un mezzo per impedire agli imputati di partecipare alle prossime elezioni amministrative e politiche nel 2022 e nel 2023. “Ed è un modo - aggiunge - per spaventare tutti gli altri [oppositori nel partito] e spingerli a chiedere una riabilitazione e livello politico e a fondare un nuovo movimento” diverso dal Cnrp. Phil Robertson, vice-direttore per l’Asia di Human Rights Watch (Hrw), definisce la sentenza “scandalosamente dura” e parte di una tentativo di “sbattere la porta in faccia a questi esuli che cercano di tornare”.

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