25/05/2010, 00.00
RUSSIA
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Polemiche sulla Festa religiosa-statale dei Santi Cirillo e Metodio

di Nina Achmatova
Negli ultimi anni la festa in ricordo degli inventori dell’alfabeto slavo, avvenuta ieri a Mosca, calamita l’attenzione dei vertici ed è occasione di unità anche per Ucraina e Bielorussia. Cerimonie sontuose della Chiesa ortodossa e protagonismo del governo ne fanno per alcuni il simbolo concreto dei mali del Paese.

Mosca (AsiaNews) – Traffico bloccato, lavoratori che si lamentano e una città paralizzata per un giorno intero. Così la situazione ieri a Mosca in occasione della Giornata della scrittura e cultura slava, una festa unica nel suo genere in cui - osservatori notano - Stato e Chiesa russo-ortodossa risultano sempre più unite. Istituita nel 1991, questa festa religioso-statale è stata fatta coincidere con la giornata del ricordo degli inventori dell'alfabeto slavo, i Santi fratelli Cirillo e Metodio.

Per l'occasione a Mosca è arrivato anche il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, a sancire il particolare momento di vicinanza che caratterizza i rapporti tra le due Chiese “rivali”. Ieri il Patriarca dei russi-ortodossi Kirill e Bartolomeo I hanno celebrato una liturgia congiunta nella cattedrale di Cristo Salvatore, mentre in città sfilavano 40mila persone tra bambini, studenti e genitori. I partecipanti sventolavano bandiere russe, ucraine e bielorusse e sfilavano con manifesti che recitavano “Pensa al futuro della Russia”. Ma per alcuni osservatori la giornata di ieri non è stata altro che il simbolo concreto dei mali del Paese: “Celebrazioni sontuose senza motivo, che hanno creato disagio ai servizi pubblici e tutto a spese dei contribuenti”, fa notare Alexei Mukhin, analista del Centro per l'informazione politica.

La festa di Cirillo e Metodio non ha mai ricevuto tanta attenzione da parte dei vertici di Stato come negli ultimi anni. Roman Lunkin, direttore del centro di Legge e religione, sostiene che la Chiesa abbia spinto il governo a potenziare il valore di questa festa nel Paese. “Subito dopo la sua elezione l'anno scorso, Kirill ha annunciato che avrebbe chiesto al governo di far diventare festa nazionale il 24 maggio – spiega Lunkin – di recente si è pronunciato sul fatto che si tratta di un giorno da celebrare anche all'estero”. Il premier Vladimir Putin ha sempre sostenuto che la civiltà russa debba essere “rivitalizzata” e in questo la Chiesa ortodossa è stata investita di un ruolo cruciale.

Kirill, di recente, ha negato l'ambizione di rendere la Chiesa russa-ortodossa “Chiesa di Stato”. “La Chiesa è separata dallo Stato – ha precisato in un'intervista al quotidiano greco To Vima – ma non dalla gente”. Dal canto loro, i vertici governativi sostengono che rivolgersi alla religione ortodossa “non è un passo politico”, ma una scelta deliberata in cerca “dell'aiuto di Dio”.

Sta di fatto che l'intersezione tra i due piani religioso e politico nella vita pubblica russa è sempre più frequente. La Giornata dedicata ai due monaci artefici dell'evangelizzazione della Russia, è stata non solo occasione di “autopromozione” per il governo e per i suoi “successi” economici e sociali, ma anche per Kirill di ricambiare l'ospitalità ricevuta in Turchia dal Patriarcato ecumenico. A segnare un momento di particolare apertura tra le due Chiese, Bartolomeo è arrivato a Mosca dove rimarrà in visita ufficiale fino al 31 maggio. La permanenza  di Bartolomeo in Russia, particolarmente lunga, conferma la volontà di approfondire un dialogo che sembra ripreso in maniera concreta con il nuovo Patriarca di Mosca.  

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