13/09/2004, 00.00
israele - vaticano
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Poraz, ministro degli interni, domani in Vaticano

Si potrà parlare della questione delle tasse agli immobili ecclesiastici in Terra santa

Gerusalemme (AsiaNews) - Avraham Poraz, ministro israeliano degli Interni, sarà ricevuto domani dal papa in Vaticano. Lo riferisce il quotidiano israeliano Yediot Aharonot. Secondo il quotidiano, la visita di Poraz in Vaticano potrebbe essere  legata ai negoziati tra la Santa Sede e lo stato di Israele – l'ultima sessione dei colloqui si è conclusa pochi giorni fa - che trattano anche questioni di competenza del ministero degli Interni. Fra le competenze del ministero vi è l'esenzione fiscale delle proprietà ecclesiastiche dalle imposte. Tale esenzione è garantita dalle leggi israeliane e confermata dalle disposizioni Onu. Anche la Corte Suprema israeliana ha deciso in tal senso, per cui l'esenzione dovrebbe essere recepita nell'accordo bilaterale con la chiesa cattolica. Nel dicembre del 2002, mentre erano in corso i negoziati Israele-Vaticano, il governo ha ridotto in modo drastico l'estensione dell'esenzione fiscale, complicando così quello che avrebbe dovuto essere il capitolo più facile dei negoziati.

Avraham Poraz è co-fondatore ed esponente di spicco del partito Shinui, che occupa 15 dei 120 seggi alla la Knesset, ed è il secondo partito della coalizione di governo. Il partito Shinui si era presentato alle elezioni con un programma di netta opposizione agli elementi teocratici nella legislazione israeliana, promettendo una società civile fondata sui valori della civiltà democratica e liberale occidentale.

I suoi voti provengono anzitutto dall'alta e media borghesia laica, attratta dalla sua ideologia economica di stampo neo-liberista (meno tasse, riduzione della spesa pubblica, privatizzazioni, ecc.). Molti di questi elettori sembrano ora delusi. Seppur soddisfatti nel campo economico con la politica del ministro del tesoro, Benjamin Netanyahu, nella lotta alla teocrazia il partito non può vantare alcuna realizzazione significativa. In particolare, non è stato ottenuto l'obiettivo numero uno: il matrimonio civile. Attualmente in Israele non esiste il matrimonio civile, ma solo quello religioso. Centinaia di migliaia di abitanti che non appartengono ufficialmente ad alcuna religione  sono privi della possibilità di sposarsi in modo regolare, mentre molti altri, iscritti solo ufficialmente ad una religione nel Registro civile, sono costretti a percorrere la via delle nozze religiose anche se contro la propria coscienza. Persino un ex rabbino capo di Israele, si è espresso a favore dell'introduzione del matrimonio civile, ma il partito Shinui non è ancora riuscito a farlo approvare.

Come ministro dell'interno, Avraham Poraz deve occuparsi in questi giorni di ben altro: il dramma senza precedenti degli impiegati comunali che da molti mesi non ricevono lo stipendio e sono ridotti in condizioni di vita molto precarie, in alcuni casi persino di assoluta indigenza.

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