18/06/2011, 00.00
IRAN
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Premio per la cura dell'Hiv a due medici iraniani accusati di cospirazione

Kamiar e Arash Alaei sono stati arrestati nel giugno del 2008 per un presunto complotto teso a rovesciare il regime. Il maggiore è ancora in prigione. Sono autori di un programma di cura e assistenza ai malati di Hiv diffuso a livello internazionale.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Due medici iraniani imprigionati con l’accusa di complotto per rovesciare il governo hanno ricevuto un premio per il loro lavoro nella cura e nell’assistenza ai malati di Hiv. Kamiar e Arash Alaei sono stati arrestati nel giugno del 2008, accusati di comunicare con gli Stati Uniti per rovesciare il regime del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Uno dei due fratelli, rilasciato quest’anno, è stato in grado di ricevere il premio a Washington. Kamiar Alaei, di 37 anni, ha detto di non essersi mai occupato di politica.

Il progetto per cui i fratelli sono stati premiati è iniziato in una piccola clinica; ma ha avuto un successo tale che è stato replicato a livello nazionale e anche nei Paesi vicini, Afghanistan e Tajikistan. “Essendosi diffuso oltre confine, il programma è diventato parte del piano strategico nazionale. E dal momento che è diventato parte del programma strategico nazionale, tutto quello che abbiamo fatto lo diventava; ma non ci siamo mai occupati di politica, o di cose del genere”, ha dichiarato Kamiar Alei.

I fratelli hanno cominciato a trattare pazienti con l’Hiv verso la fine degli anni ’90, e hanno sviluppato un programma in tre fasi che integrava prevenzione, cure e sostegno sociale. Kamiar Alaei ha sottolineato che la situazione demografica dell’Iran, un Paese in cui il 70% degli abitanti è sotto i 30 anni, fa sì che molti siano a rischio di Hiv/Aids. "Circa il 50% della popolazione - dicono - è fra i 17 e i 21 anni di età. Così abbiamo un numero grandissimo di persone che sono a rischio di infezioni trasmesse sessualmente e di altri fattori rischio collegati all’Hiv”.

Il fratello maggiore di Kamiar, Arash, 42 anni, resta nella prigione di Teheran (Evin) dove sconta una sentenza a sei anni di reclusione. I fratelli hanno ricevuto il premio Jonathan Mann per la salute globale e i diritti umani. Kamiar, che inizialmente è stato rinchiuso in isolamento, ha dichiarato che non si sentirà libero fino a quando suo fratello non uscirà di prigione. “Mi sembra di non essere ancora stato liberato. Moltissime notti sogno di tornare in prigione, e mi sembra di continuare la mia vita in carcere”.
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