16/09/2014, 00.00
CINA - HONG KONG
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Presidente dell'Anp: la proposta democratica di Pechino "ha l'appoggio di tutta Hong Kong"

Zhang Dejiang, capo del Parlamento fantoccio cinese e "numero 3" dell'esecutivo centrale, difende il decreto che impedisce elezioni democratiche sul Territorio: "Abbiamo ascoltato tutte le fasce sociali, siamo tutti d'accordo". Continuano le proteste di Occupy Central.

Pechino (AsiaNews) - Le regole restrittive decise da Pechino per la prossima elezione del Capo dell'Esecutivo di Hong Kong "hanno il completo sostegno e approvazione della popolazione del Territorio. Sono state scritte in base alla Basic Law e dopo lunghi e completi dialoghi con diverse fasce sociali". Lo ha dichiarato il presidente dell'Assemblea nazionale del Popolo cinese, Zhang Dejiang. Il suo è il primo intervento di alto livello sulla questione della democrazia nell'ex colonia britannica.

Proprio il Comitato permanente dell'Anp (il "Parlamento" fantoccio cinese, chiamato una volta l'anno a ratificare le decisioni del Politburo comunista) ha presentato lo scorso 30 agosto la propria proposta di riforma politica per il Territorio. In pratica, la Cina "concede" a Hong Kong un'elezione ma fissa un tetto massimo per i candidati al ruolo (due o tre) e stabilisce che una Commissione preparatoria di circa 1.200 membri decida chi può candidarsi. La composizione della Commissione è di fatto in mano al governo centrale cinese.

Questa decisione ha deluso sia il movimento democratico di Occupy Central che la popolazione di Hong Kong. Secondo un sondaggio commissionato dal South China Morning Post, infatti, la metà degli abitanti del Territorio vuole che i deputati democratici del Consiglio legislativo rigettino la proposta cinese. Dal canto suo, il movimento di protesta ha annunciato un "ricco banchetto" di azioni dimostrative per la democrazia, la cui "prima portata" è andata in scena lo scorso 14 settembre.

Anche la Chiesa cattolica locale è contraria a questa proposta. Il vescovo della diocesi, card. John Tong Hon, ha detto al Kung Kao Po che "condivide i sentimenti di preoccupazione" della popolazione riguardo le scelte di Pechino sul voto del 2017. In un commento inviato ad AsiaNews il card. Joseph Zen Ze-kiun, vescovo emerito, si chiede se con le proteste di Occupy la popolazione "non abbia scatenato le ire dell'Imperatore".

Per Zhang Dejiang, "numero 3" del governo cinese, tutto questo non esiste: "La decisione di riformare la politica di Hong Kong in questo modo è stata presa dopo aver ascoltata in maniera molto solenne le opinioni di diversi settori del Territorio, attraverso canali di dialogo diversi. Abbiamo considerato lo sviluppo attuale dell'area, discusso in maniera seria e ordinato diversi studi. La decisione è del tutto in linea con la Basic Law [la piccola Costituzione democratica di Hong Kong ndr] e mostra la sincerità del governo centrale per un avanzamento democratico in maniera graduale".

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